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PRONTO…. ZIO…

| Pavan Giuseppina |

Qualche tempo fa, dal suo cellulare Sergio aveva tentato di chiamare lo zio, quello zio con cui aveva trascorso tanti bei momenti e con cui c’era un rapporto di connivenza particolare. Quando ci trovavamo ai compleanni, tanti compleanni insieme, a Natale e spesso durante l’anno, i due si scambiavano battute e Sergio stava al gioco quando lui gli chiedeva come vanno i suoi amori…

Si avvicina il Natale e nei miei ricordi rivedo i pacchi regalo dello zio per Sergio con i CD riprodotti artigianalmente con le musiche moderne e da DISCO che a Sergio piacciono tanto.  C’era sempre qualcosa di strano, giocoso, inaspettato, innovativo nelle sue idee. Lui portava a noi “vecchi” tutte le informazioni tecnologiche più avanzate e noi lo guardavamo e lo ascoltavamo attenti perché era come se portasse in casa nostra un pezzo di altro mondo.

pavanLo “sfruttavamo” anche per la sua spiccata manualità ed il suo genio nel riparare piccoli elettrodomestici, giocattoli o cose che altrimenti avremmo gettato via col rimpianto di noi “vecchi”.

Sto parlando al passato anche se lui è ancora qui, non molto lontano da casa nostra, 20 minuti di macchina. Lui c’è nel fisico, ma non nel cuore.

Ci siamo persi dopo il suo urgente ricovero/grande intervento qualche anno fa. Tutto è stato così imprevisto, quella corsa all’ospedale dove noi per settimane siamo andati nel Reparto Rianimazione sperando sempre in qualche buona notizia.

Sergio ha voluto andare anche lui a visitare lo zio che sotto grande sedazione, pieno di tubi, fili e apparecchi non poteva vederlo o rispondergli. Lo baciava e accarezzava. Aveva anche voluto parlare con l’infermiere di turno in Rianimazione per dirgli chi era e che lo zio per lui era importante…

Dopo diverse settimane finalmente lo zio è stato trasferito in reparto, pur con molte incertezze sulla sua salute nel tempo… Noi eravamo tutti al settimo cielo. Avevamo tanto pregato perché il buon Dio ci lasciasse ancora godere del suo affetto.

Lui c’è, sembra stare bene e in buona salute rispetto al quadro medico che ci avevano prospettato, ma il suo cuore o meglio la sua anima non cerca più il nostro affetto. 

Durante l’ultima visita che noi gli abbiamo fatto all’ospedale subito dopo il suo trasferimento dalla Rianimazione in Reparto, Sergio lo aveva affettuosamente abbracciato e si erano ripromessi di fare ancora un altro viaggio in moto, come già avevano fatto qualche anno prima per andare in Veneto da parenti. Come si erano divertiti in quei giorni. Lo pavan-dicembre-foto-piccolazio mi aveva riferito che quando si sono fermati in trattoria a metà strada Sergio aveva preteso una specialità a pranzo e lo zio scherzosamente gli aveva fatto notare che Sergio si trattava bene….

C’era una complicità tra loro. Ora non più. Il perché è difficile da spiegare anche per me che l’ho visto nascere e l’ho frequentato per sessantanni.  Non posso negare che quell’improvviso ricovero si è intrecciato con eventi in cui i rapporti tra le persone più vicine a lui si sono accavallati per emotività, incapacità o insensibilità nostre, vecchie ruggini familiari di cui noi non ci siamo resi conto.

Ancora oggi, dopo aver cercato di chiarirci senza riuscirci e di chiedere scusa se non ci siamo resi conto di alcune situazioni, ci chiediamo che altro possiamo fare. Lui ha fatto sapere che non vuole vederci, che nulla vuole avere a che fare con noi, ma Sergio in tutto questo cosa centra? Lui vorrebbe rivedere lo zio, sapere come sta. Perché non risponde neanche al suo cellulare?

cielo-stellatoA Sergio spiego che la sola cosa possibile ora è lanciare nell’etere il suo messaggio affettuoso.

Lui è abituato a cercare le stelle e lasciare a loro i suoi messaggi d’amore e d’affetto per noi, per tutta la nostra famiglia quando non ci vediamo, per i suoiamici e le persone che fisicamente ci hanno lasciato.  Se però qualcosa, qualcuno parlasse al cuore dello zio, che bel regalo sarebbe a Natale per lui.

Pavan Giuseppina

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