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Donne che corrono con i lupi

| Mara Cozzoli |


Clarissa Pinkola Estés psicoanalista junghiana di origini statunitensi, specializzatasi in disturbi post traumatici, tramite il saggio Donne che corrono coi lupi affronta il tema Vita/Morte/Vita dell’istintualità insita in ogni donna.
L’intuito facente capo all’essere femmineo è composto da svariati elementi tra i quali possiamo annoverare la capacità di guardare dentro, ascoltare, sentire e sapere con la stessa tempestività di una saetta.
Il punto di partenza risiede nell’espressione “Donna Selvaggia”, la quale dimora nel passato, nel luogo da cui la invochiamo a squarciagola, vive in sogni e incubi del passato o presente, susseguitisi notte dopo notte, in ogni lacrima versata, all’ interno della nostra anima che cerca di darle luce quando la smarriamo. Appartiene a tutte, indipendentemente da livello d’istruzione, situazione economica e professione svolta: è lei, la nostra psiche. Se qualcuno chiedesse riscontri circa la sua esistenza, ciò che stanno cercando siamo NOI, perché, in fondo, noi siamo psiche.
Scalpita solo laddove una donna è disposta ad accoglierla.
Quando il cuore è frantumato e di esso non ne rimangono che macerie, l’ interiorità selvaggia per quanto ferita e uccisa, continua a vivere, a muoversi, piano piano cresce, torna in superficie e ulula.
Appreso a livello conscio l’ingiusto dolore, l’opera di ricostruzione può essere finalmente intrapresa.
Per mezzo dell’ interpretazione in chiave psicanalitica di fiabe, miti e leggende, l’autrice si sofferma sui processi di riscoperta dell’essenza spontanea , creativa e primitiva, ovvero elementi che, una volta soppressi da forze esterne ( ambiente familiare, relazioni interpersonali ), risultano essere la causa di tracolli psicofisici.

Il percorso inizia con un misterioso e affascinante accostamento: il lupo e la donna. Cosa accomuna queste due creature? Il risultato di studi compiuti da Clarissa Pinkola Estès hanno messo in evidenza numerose caratteristiche psichiche che le rendono affini. Entrambe sono dotate di sensibilità acuta, spirito giocoso, devozione.
Curiose di conoscere, scoprire ed esplorare nuovi orizzonti, possiedono, inoltre, forza, resistenza e profonda intuizione.
La Loba, la Donna – Lupa, colei che “ Raccoglie e conserva le ossa, in particolare quelle che corrono il pericolo di andare perdute per il mondo “; percorre i monti nella loro latitudine e longitudine, perlustra i letti prosciugati dei fiumi alla ricerca di ossa di lupo e, quando riesce a riunire un intero scheletro, siede accanto al fuoco e inizia a cantare.
Intonato il canto, istante dopo istante, ogni parte del corpo della scultura creata prende vita, ricoprendosi di carne e pelo.
“ La Loba conosce il passato personale e l’antico, perché è sopravvissuta generazione dopo generazione, ed è vecchia al di là del tempo. “
Questa figura simboleggia “ Colei che Sa “ ( La Que Sabè) , vive dentro di noi e nasce nelle profondità della psiche.
Cosa sta accadendo? La nostra anima si ridesta, una piccola scintilla si tramuta in fuoco e ascolta quell’urlo occultato da troppo tempo.
Qualunque ente di natura psichica può, quindi, tornare a vivere.
Metaforicamente il passaggio morte/vita avviene attraversando un fiume denominato ( nel mito in questione) Rio Abajo Rio : ad esso tutte le donne hanno accesso meditando, danzando, scrivendo, dipingendo, facendo uso della propria immaginazione, attività, dunque, richiedenti consapevolezza.
ll principio morte avviene, generalmente, fin dall’infanzia, quando ad esempio, una bambina (la cui natura è fortemente sanguigna), viene imprigionata nel tentativo di addomesticazione. Per quanto considerata disadattata, marginale e inaccettabile, possiede invece una qualità che la differenzia da tutte: la natura selvaggia che, la porta ad essere curiosa, abile, deliziosamente stravagante e anticonformista. L’insieme di queste doti, se coltivate liberamente ,costituiranno le fondamenta di una vita creativa che l’ accompagnerà sempre e ovunque il destino la condurrà.

Allora, non resta che seguire l’insegnamento de “ Il Brutto Anatroccolo” : “ Andate avanti, datevi da fare. Prendete la penna e mettetevi a scrivere, e smettetela di piagnucolare. Prendete il pennello, e mettetevi a dipingere. Ballerine, infilate un’ampia camicia, legatevi i nastri nei capelli, attorno al petto o alla caviglia, e dite al corpo di fare qualcosa: danzate. Attrici, scrittrici, poetesse, musiciste: smettete di chiacchierare. Non pronunciate una parola a meno che non siate cantanti. Chiudetevi in una stanza o in una radura sotto il cielo. E dedicatevi alla vostra arte. In linea di massima, ciò che si muove non congela. Muovetevi dunque, non smettete di muovervi “ .
Il Brutto Anatroccolo, Vassillissa La Saggia, La piccola fiammiferaia, Pelle di Foca, Scarpette Rosse, La Llyoba ( contaminazione, inquinamento e furto dello spirito creativo selvaggio), tutte favole che ci hanno scortate da piccole, in questa sede divengono un valido strumento di crescita interiore.
In esse, si rileggono storie di emozioni, disfacimenti, impulsi repressi e risorti.
Il “ gentil sesso” narratoci dall’autrice è una potenza libera, uno spirito sovrano, la cui caratteristica è il forte istinto fecondo, contemporaneamente ostacolato da paure, insicurezze e molto spesso da consuetudini saturate sull’ epidermide.
Ritrovando il proprio intuito, avrà luogo la relazione e la successiva unione con se stesse.
Vita/Morte/Vita, indicano di conseguenza, un avvicendarsi inesorabile di morte e rinascita coesistenti tra loro.
Solo lasciando perire ciò che deve essere lasciato perire, si giungerà ad annientare definitivamente ogni circostanza che, in modo negativo, influenza la nostra personalità.
Una porta deve necessariamente essere aperta, quella porta ,in grado di guidarci a credere nuovamente nel nostro essere donne e a quella naturalezza d’azione che per strada è andata, apparentemente, esaurendosi.
Infine, è proprio Clarissa a dettarci le REGOLE :

  1. Mangiare
  2. Riposare
  3. Vagabondare
  4. Mostrare lealtà
  5. Amare i piccoli
  6. Cavillare al chiaro di luna
  7. Accordare le orecchie
  8. Occuparci delle ossa
  9. Far l’amore
  10. Ululare spesso

Mara Cozzoli

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