Con gli occhi delle donne. Progetto Pittorico di Angela Maria Iuliano.
Incrocio l’arte di Angela Maria Iuliano nel corso di un progetto pittorico in mostra a Milano presso SpazioKappa 32.
Donna che ha voluto e saputo rimettersi in gioco.
Anni 70’ : formatasi presso l’Istituto Superiore d’Arte di Ancona (noto per aver forgiato importanti artisti tra i quali Gino De Dominicis suo compagno di studi), abbandona la pittura in seguito alla nascita del primo figlio.
Per lungo tempo si dedica alla creazione di maschere e bijoux.
Gli anni trascorrono, la passione resta e la mancanza di una propria identità inizia a farsi sentire: nel 2016 riprende la sua attività di pittrice.
La scuola frequentata da giovane le permette di avere ancora oggi una tecnica pittorica molto buona, così, a distanza di quarant’anni realizza finalmente la sua prima mostra, quella d’esordio: “ Con gli occhi delle donne”.
“ Da ragazza la mia arte era astratta, adesso è figurativa. Inizialmente disegnavo gli occhi delle bambole. Amavo donare luce allo sguardo”.
È risaputo, quest’ultimo, può rivelare un mondo, errare oltre ogni pensiero inespresso e mai giunto a destinazione, mostrare flussi di vite e celate emozioni.
Eccolo, il potere di una mano in grado di coglierne attimi e senso, per poi blindarli, definitivamente.
Donna in sottoveste (appena sveglia)
Non dipinge ad olio, ma con acrilico, sente la necessità di correre veloce. Donne, metafore, carattere femmineo e anima divengono oggetto di ogni suo dipinto. Molto spesso, la coordinazione mano/mente, viaggia attraverso personaggi fiabeschi; partendo sempre da un presupposto: le fiabe contengono in sé un messaggio.
Tutto ciò riconduce al saggio “Donne che corrono coi lupi” nel quale, l’autrice attraverso l’interpretazione di favole, miti e leggende racconta l’evolversi della psiche femminile.
Ne “ La bella addormentata nel bosco”, protagonista indiscussa dell’opera è l’ingenuità di colei che aspetta il principe azzurro per essere salvata, la realtà insegna però il contrario: la salvezza è nelle nostre mani e il resto è solo contorno, passeggera sfumatura.
“ Sorelle di Cenerentola” e l’orribile aspetto con cui sono rappresentate, indica la cattiveria insita nell’animo umano.
Sorelle di Cenerentola
Donna Viola, o Viola Violata è immortalata nell’istante in cui si allontana da un uomo, uomo che, in quella circostanza costituisce il predatore; gli occhi bendati ad indicare l’assenza di un reale sentimento verso quest’ultima.
Nudo su finestra ovvero, piccola parte di un’ infinita esistenza, un risveglio, una giornata in procinto di prendere il via.
Non può non mancare un richiamo all’infanzia : “ Bambini che volano”, collage astratto in cui protagonista è la spensieratezza tipica dell’età. In merito a quest’ultimo dipinto, mi svela: “È il primo quadro che mi ha davvero emozionata. È stato quello il momento in cui ho capito che potevo proseguire per questa strada”.
Nudo in ginocchio, vede raffigurata ancora una volta un’immagine al femminile, completamente nuda. Occhi chiusi e braccia che cadono leggere lungo i fianchi.; amo pensare a una donna rappresentata nell’esatto momento in cui si spoglia di un passato troppo ingombrate, un cuore traballante in evidenza, i pentimenti, e le conseguenze che ne derivano, compresa la riscoperta di se stessa.
C’è un particolare della sua arte che colpisce: l’utilizzo di cartone riciclato.
“ Ho scelto di dipingere su cartone riciclato preso nei supermercati perché riciclare significa donare nuova vita e dignità a un materiale destinato al macero”.
“ Il cartone” spiega l’artista “ ha assorbenza tecnica, che in seguito conferisce all’ opera l’immagine di un dipinto antico. Inoltre, la rottura del materiale crea il personaggio che voglio dipingere. Ho studiato Leonardo e Picasso”. Aggiunge : “ La tela non trasmette le stesse emozioni”.
Parlando di donne nell’arte, qualcuno l’ha paragonata a Marlene Dumas, nella quale effettivamente si rispecchia.
Proseguendo la nostra chiacchierata, confessa: “ Non amo particolarmente i ritratti, non hanno contenuti, non raccontano una storia”.
Non si lascia scappare una leggera “critica” destinata all’arte in digitale : “ Con tutto il rispetto per questa tipologia di arte, viene fatto passare per dipinto, quanto alla luce dei fatti non è. Prendere un pennello e dare origine è tutt’altro”.
Partecipa a Vernice Art Fair di Forlì , descrittomi con l’umiltà di chi vuole crescere, ancora: “Una mostra di artisti come il MiArt ma in piccolo e meno pubblicizzata direi .. ma dove non tutti gli artisti non sono rappresentati da gallerie o editor ( come il mio caso) …ma si presentano da soli!
Per me un’esperienza per capire come ci si può muovere in questo mondo bello ma molto complicato… perché in molti vogliono fare i pittori , come in molti vogliono fare i cantanti o gli attori , con la pretesa di esserlo ma magari senza talento”.
La personalità della pittrice è racchiusa in queste brevi, ma incisive parole:” È necessario avere coraggio per abbandonare gli spazi limitati della tela e delle cornici. L’uso di materiale all’apparenza povero, come il cartone da imballo, lascia intuire che si privilegia il contenuto rispetto alla funzione decorativa. Colori e segni, ombre e luci, non più mediate dal supporto, donano intimità e complicità al rapporto spettatore, autore”.
Ad Angela il coraggio non manca.