“DIVENTARE GENITORI ATTRAVERSO L’HOME VISITING” È IL SERVIZIO DOMICILIARE DI PREVENZIONE 0-2 ANNI OFFERTO AL TERRITORIO MILANESE DA “ASSOCIAZIONE CAF”
Un aiuto precoce e concreto, a domicilio, rivolto alle future e neo-mamme
Il Servizio, nato nel 2008, ad oggi ha seguito 120 nuclei famigliari, 128 neonati e 120 mamme. “Diventare Genitori attraverso l’Home Visiting” ha l’obiettivo di sostenere le mamme che si trovano in situazione di fragilità, perché possano stabilire una buona relazione con il nuovo nato ed essere in grado di rispondere ai suoi bisogni.
Questo tipo di assistenza è nata da una riflessione legata al diventare mamma, genitore, e dall’analisi del contesto sociale attuale che, seppur sensibile, vede l’indebolimento del sistema di supporto necessario a favorire l’intercettazione di specifici bisogni legati a questo delicato momento di vita familiare.
La gravidanza e la nascita di un nuovo figlio sono un passaggio di “crisi fisiologica” per le mamme e per le famiglie in generale.
A volte l’esperienza della maternità si inserisce in una dimensione complessa di vita, in cui specifici fattori possono gravare sulla possibilità di vivere questo evento con sufficiente serenità: l’isolamento della grande città, assenza di aiuti familiari, precarietà lavorativa, problemi economici, lutti familiari, difficoltà particolari con altri figli…
Serena Kaneklin, psicologa, Responsabile Tecnico Scientifico del Servizio di Prevenzione 0-2 anni “Diventare Genitori attraverso l’Home Visiting” racconta: “nei dieci anni di lavoro a contatto con le mamme, abbiamo condiviso con loro tanti momenti importanti legati al primo anno di vita del loro bambino, ed abbiamo potuto essere con loro quando, la distanza dalla propria famiglia e/o dal proprio paese ha reso la quotidianità più difficile e meno forte l’idea di poter essere “capace” come mamma e genitore …”
Il sostegno empatico e professionale delle operatrici dell’Associazione CAF permette alle mamme, ma anche ai papà, sempre coinvolti nel progetto, di riconoscere e allenare le proprie competenze e risorse per affrontare al meglio la crescita del proprio bambino. Il lavoro di sostegno alla genitorialità che viene effettuato nella casa di queste mamme ha delle ricadute positive anche sugli altri componenti della famiglia, innanzitutto i papà e poi gli altri fratellini più grandi eventualmente presenti.
Le operatrici seguono le famiglie per un periodo che varia da 12 a 18 mesi nella loro quotidianità, incontrandole tutte le settimane. Le professioniste sono formate per sostenere mamme con bambini da 0 a 2 anni.
Il lavoro nelle case richiede un grande equilibrio e una specifica competenza professionale, per garantire questo, il lavoro delle operatrici è supportato e monitorato da periodici incontri di supervisione con la dott.ssa Ida Finzi e di equipe, per la definizione di obiettivi ed opportuni interventi.
La fase sperimentale di questo progetto, ovvero i primi 5 anni di lavoro nelle case, è stata sostenuta e supportata anche da un protocollo di ricerca dell’Università Bicocca che, attraverso una serie di questionari e strumenti semplici da utilizzare da parte delle mamme e delle operatrici, ha consentito di dare validazione scientifica ai risultati raggiunti attraverso l’intervento domiciliare.
L’investimento di energie umane e professionali su questo servizio è motivato dal suo grande valore di prevenzione: l’obiettivo a lungo termine è infatti prevenire i disagi e le sofferenze che possono consolidarsi e crescere all’interno delle famiglie ed interferire significativamente nella relazioni genitori/ figli.
PER MAGGIORI INFORMAZIONIGli operatori o le stesse famiglie possono contattare direttamente l’Associazione CAF da lunedì a venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00 per chiedere informazioni o fissare un primo appuntamento di conoscenza.
Tel: +39 02 8265051 – email: diventare.genitori@cafonlus.org
ASSOCIAZIONE CAF (www.caf-onlus.org) è una Onlus che da quarant’anni accoglie e cura in maniera specifica e professionale bambini e ragazzi allontanati dal proprio nucleo familiare a causa di abusi e gravi maltrattamenti, con l’obiettivo di spezzare la catena che troppo spesso trasforma i minori vittime di violenza in adulti violenti o trascuranti. Nel tempo, accanto al lavoro con i minori e in risposta ai bisogni del territorio, l’Associazione ha sviluppato anche servizi specifici di prevenzione dell’abuso e del maltrattamento infantile e interventi di supporto alle famiglie dei minori accolti e alle famiglie affidatarie.
Dalla sua fondazione ad oggi, l’Associazione CAF ha accolto e curato oltre 1000 minori e offerto un importante sostegno a tante famiglie in crisi.
Ufficio Stampa Associazione CAF
Anna Alemani – anna.alemani@cafonlus.org
Flavia Cozzi – flavia.cozzi@cafonlus.org
TESTIMONIANZE DI FRANCESCA, MAMMA DEL PROGETTO “DIVENTARE GENITORI”
Ho accettato l’incontro con le dottoresse che mi hanno presentato il progetto “Diventare Genitori” quando il bambino non era ancora nato, ma ho detto di no perché non mi sembrava di avere bisogno di qualcuno che mi stesse vicino in quel modo. Quando il bimbo è nato ero molto contenta ma, dopo un mese dal parto, ho capito che ero molto triste e piena di incertezze.
Mia madre, ma abita lontano e non guida, quando viene si da un gran da fare , prepara i pasti, riordina casa, mi dice come fare con il bambino, quando va via mi sento sola e spesso un po’ confusa, vado in crisi e mi sembra di non saper più fare la mamma: il bimbo piange e mi sembra di non essere più capace di fare niente per lui.
A me e a mio marito, sono tornate in mente quelle dottoresse che ci avevano presentato il progetto e le ho richiamate dicendo che volevo provare a vedere com’era. Abbiamo cominciato che il piccolo aveva un mese.All’inizio ho parlato tanto, ho raccontato del bambino e delle cose che mi mandavano in tilt : “quando piange e non capisco perché, il bisogno di essere sempre attaccato al seno…, quando di notte vuole essere tenuto in braccio altrimenti piange…”.
L’operatrice mi ha ascoltata, poi mi ha chiesto quali sono le cose che vedo piacere al bambino, “nel dirle, mi sono sorpresa, erano tanti i gesti che a lui piacevano: i massaggini sulla schiena, le carezze sulla testa, le mie dita che si muovono…”, insieme all’operatrice abbiamo pensato a delle cose da fare per affrontare i momenti critici, l’operatrice ripeteva sempre “tu e il tuo bambino vi state conoscendo … ci vuole tempo, si fanno delle prove”.
Dapprima abbiamo passato tanto tempo in casa e poi mi sono sentita pronta ad uscire con il mio bambino , l’operatrice era con me, non mi ero accorta di aver passato tanto tempo in casa fino ad allora.
Quando ho rifiutato il progetto non avevo in mente che la mia tristezza ed inquietudine, potesse condizionare il mio modo di stare con mio figlio.
Non mi ero accorta che non riuscivo a uscire di casa. Credo che mio marito fosse molto preoccupato. Lui e l’operatrice mi hanno sostenuta anche sull’importanza di aver cercato ed accettato un aiuto.Ora il mio bambino ha un anno, con l’operatrice ci siamo salutate, qualche volta ci sentiamo per telefono. Quando viene mia madre mi aiuta , cucina, gioca con il nipotino, lo tiene se devo fare delle commissioni e mi chiede cosa è meglio fare in certi momenti con lui.