Autorealizzazione con le Arti Marziali
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ToggleLe arti marziali viste come una pratica che permetta il processo di crescita interiore e come via di autorealizzazione per l’individuo.
Molto spesso, ancora oggi, quando si parla di arti marziali la gente pensa a qualcosa legato alla difesa personale, al combattimento, allo scontro e difficilmente riesce a concepirle come ad un processo di crescita interiore.
La parola “ Budō” rappresenta la via marziale giapponese e gli ideogrammi legati a “bu” e “dō” possono essere tradotti con la “Via che conduce alla pace”. Le arti marziali si basano su questo principio fondamentale da cui hanno preso forma diversi stili e forme.
Purtroppo i principi cardine sono stati in parte gradualmente dimenticati e soppiantati dal senso di competizione, di sfida, di scontro come imminente riflesso della decadenza della nostra società, così che molte persone si approcciano alle arti marziali per acquisire solamente degli strumenti di difesa o di attacco, senza capirne i significati più profondi.
Ma che legame c’è tra le arti marziali e il lavoro interiore su di sé? Se inspirate ai principi base le arti marziali possono aiutare a trovare quella pace interiore al di là dei conflitti che si agitano dentro ognuno di noi e di riflesso possono aiutarci a trovare quell’armonia con l’universo che ci circonda.
In particolare vorrei parlare della mia personale esperienza di circa 20 anni nella pratica marziale dell’Aikido. Aikido letteralmente significa “Ai” (armonia) “Ki”(energia vitale) “Do” (Disciplina) ossia “disciplina che conduce all’unione ed all’armonia con l’energia vitale e lo spirito dell’Universo”.
In un momento difficile della mia vita mi accade di incontrare un maestro di Aikido che mi invito a praticare nel suo dojo. A quei tempi praticavo molte attività sportive legata soprattutto al potenziamento esteriore e fisico di me stesso e facevo fatica a credere che potesse esistere una pratica marziale che potesse lavorare sulla parte invisibile e interiore. Non so cosa successe, ma le parole di quel maestro toccarono una parte profonda dentro di me (il maestro arriva quando l’allievo è pronto!).
Da quel momento in poi la mia vita inizio a prendere una nuova direzione e man mano che praticavo, giorno dopo giorno, sentivo un’energia vitale scorrere dentro di me, un’energia bloccata dai tanti ostacoli creati dalla mia mente. Nel frattempo avevo iniziato a studiare Psicologia, e mi rendevo sempre più conto dei limiti di una comprensione prettamente analitica delle cose, e dell’importanza dell’Aikido come uno strumento per lavorare su di sé, attraverso una pratica costante e regolare.
Dopo una lezione di Aikido la sensazione era quella di sentirsi più in contatto e in armonia con se stessi, con una maggiore energia interiore e una visione più ampia e meno focalizzata sui problemi.
Gradualmente iniziai a praticare meditazione sul respiro e sul vuoto mentale (non attaccamento)come parte integrante nella pratica dell’Aikido. Inevitabilmente la mia formazione personale e terapeutica come Psicologo è stata intrisa da queste esperienze e si orientata sempre più al lavoro sul corpo, sul respiro, sulla meditazione e sul concetto di energia come elementi fondamentali da integrare nel lavoro analitico.