L’attrazione per la violenza nella società contemporanea.
È stato calcolato che lo spazio dedicato a cronaca nera (nelle sue varie formule) è equiparabile in tutta Europa.
Gli ultimi anni hanno visto un’escalation nella creazione di canali dedicati a violenza, crimine e cold case, sempre più in espansione risulta essere il dark tourism, ovvero il turismo esercitato in luoghi nei quali è avvenuto un delitto o in strutture ospitanti musei dedicati al crimine, divenendo questi elementi centrali nell’ambito di quella che viene definita “industria del divertimento”, o più semplicemente nella fascia legata all’intrattenimento. Tutto ciò mette in evidenza la tendenza insita nel quotidiano a valorizzare tali ingredienti.
Per quale motivo la società odierna è fortemente affascinata da siffatte componenti?
Quale reazione colpisce la collettività di fronte a un crimine?
Crimine, dal latino fascinum, incantesimo o maleficio, definizione che riporta a un qualcosa di ambivalente e riferito alla componente emotiva, la quale, attraversa un insieme di emozioni differenti.
Il punto di partenza nello studio del fenomeno è rappresentato dalle “narrative espulsive”, considerate come l’insieme di processi attraverso i quali viene attribuito senso al crimine, e caratterizzati da sentimenti di orrore, collera, repulsione e ribrezzo.
Accanto a questi sentimenti si associa l’incapacità empatica nel partecipare alla vita altrui.
I concetti attraverso cui è possibile rispondere ai quesiti posti sono fondamentalmente tre: Sublime, Perturbante e Stato di Ave.
In particolare, il sublime è fattore primario in quanto emozione legata alle caratteristiche della società odierna.
Secondo Cassio Longino, autore greco del primo secolo dopo Cristo, ci troviamo innanzi a un’emozione che tende a sottrarsi a dettami, di conseguenza, qualora ci si trova difronte a un crimine, la prima reazione consiste nell’impossibilità di definire a parole il corrispondente stato d’animo; non è possibile dunque fissarla in quanto composta da sensazioni contrastanti.
Con il tempo si insinua la tendenza a studiare gli effetti che produce sull’io.
Anche qui si cade nel contrasto: da una parte evidenzia la supremazia morale dell’uomo, dall’altra il desiderio di perdersi in ciò che lo circonda.. Pone quindi l’uomo difronte ai propri limiti.
Per Kant rappresenta un piacere negativo. Nel momento in cui lo sguardo umano subisce lo stimolo del sublime, attraverso la natura, l’uomo scruta se stesso, il proprio limite. La natura dell’uomo si rispecchia nella natura, bella e inquietante allo stesso tempo, collocando il sublime a fondamento della morale, con la distinzione tra: sublime matematico e sublime dinamico.
Thomas Hunn controbatte, affermando che se il sublime costituisce l’origine della morale, rimane una morale legata al piacere per la violenza.
Violenza e orrore attirano perché comportano forza, dominio e controllo in coloro che osservano con occhi esterni.
Il perturbante è quell’elemento che consente di scavare all’interno dell’animo umano, permettendo al sublime di riaffiorare.
A spiegarlo Freud, il quale utilizza il concetto di familiarità, ovvero, il perturbante è sinonimo di nuovo, ma la novità non è ancorata alla non-conoscenza dell’oggetto. Proprio perché familiare, racchiude in sé elementi nascosti, che dovrebbero rimanere tali ma al contrario riaffiorano.
L’omicidio rende nota la distruttività insita nell’essere umano, la possibilità di cagionare la morte.
Ave, ultima componente.
Non esiste una vera e propria definizione, è però possibile estrapolarne una partendo dalla ruota delle emozioni elaborata da Plutchik. Secondo quest’ultimo è possibile mescolare le emozioni così che delle altre ne nascano. Se prendiamo la sorpresa, nella sua fase più intensa diviene stupore, in quella più lieve, distrazione.
Infine, dall’incontro paura e sorpresa scaturisce lo stato di ave.
Prendendo in esame il dark tourism, è possibile affermare che la seduzione esercitata dal crimine sull’uomo è l’attrazione verso un fattore ambiguo, dettato dal cercare di comprendere fino a che punto possono spingersi intelletto, fantasia e azione umana.
Ecco, i nostri limiti sono posti innanzi a noi.
Molto spesso, si è alla ricerca di emozioni, angoscianti, vero, che allo stesso tempo provocano eccitazione con relativa modifica di sensazioni fisiche.
Va sottolineato inoltre come il consumismo derivante da determinate trasmissioni, mantengono vivo a livello mediatico un trauma, il quale provoca afflizione, ansia e preoccupazione, ma conduce a continui interrogativi circa la natura umana.
Fonte Bibliografica: Oriana Binik _ Quando il crimine è sublime.