Lucian Freud, il pittore del corpo a riposo.
“Ritraggo le persone non per come appaiono, né a dispetto di come appaiono, ma come capita che siano”.
Nacque a Berlino e in seguito naturalizzato britannico, fu nipote di Sigmund Freud.
Definito dalla critica come “il pittore del corpo a riposo”, asserì di rappresentare la realtà attraverso la percezione dei sensi di ogni elemento componente un corpo, materiale e non: intelligenza, splendore, e disfacimento psicofisico finale.
La sua arte ebbe il fine di rispondere al quesito su cosa significhi dimorare in un corpo, in una data situazione e in un determinato momento.
Quello di Freud fu uno sguardo spietato, drammatico ma autonomo allo stesso tempo; autonomo, rispetto alla magnificenza e alla sdolcinatezza caratterizzante il corpo umano nelle varie epoche della storia dell’arte.
Freud artisticamente subì un evolversi nel corso del tempo.
“Ho sempre creduto che la biologia mi sarebbe servita, e forse aver lavorato sugli animali mi ha aiutato. Pensavo che, con l’osservazione, avrei potuti creare qualcosa di mio, che non fosse stato visto, osservato o notato, in quel modo prima di allora”.
Pittore della “disuguaglianza”, nell’opera “ I Rifugiati”, e qualora dipinse ritratti di gruppo, fu sempre interessato all’individualità dell’esistenza, piuttosto che alle relazioni instauratasi tra i vari soggetti immortalati.
Il rifugiato contestualizzato nella profondità della sua peculiarità e i volti alterati, risultarono compressi su una determinata angolazione.
In questo momento della sua esistenza, l’immaginario letterario, lo influenzò non poco, in quanto circondato da poeti e scrittori. Narrativa e poesia furono le sue passioni.
L’immobilismo, gli permise di trovare una sorta di vigore fradicio di realismo. Fu proprio l’inattività che gli consentì di fissarsi su sagome, contesti e modalità.
Realizzò nature morte, come ad esempio il cadavere di una scimmia morta, un coniglio morto e un neonato addormentato. Una volta sposatosi con Kitty, sua prima moglie, che utilizzò come modella, superò la tendenza nei confronti della fantasia.
Ragazza con Gattino: Kitty guarda di lato, mentre il cucciolo che tiene saldo nella mano destra, fissa lo sguardo direttamente sull’osservatore , creando un’inquietante geometria di sguardi. La presenza di Kitty è magnifica e imperiosa, come quella di una regina egiziana, e tuttavia non manca di una profonda vulnerabilità.
Da artista ebbe le sue preferenze: Il letterario all’astratto, il disegno alla pittura, la linearità alle curve morbide, la goffaggine al virtuosismo.
A suo dire la pittura si configura sotto forma di disegno.
Riuscì a stabilire regole sue proprie . “ Mai avrebbe applicato uno strato di pittura sull’altro; mai sarebbe tornato due volte sulla stessa opera”. (Sebastian Smeet)
Nel 1988 venne descritto come il più grande realista esistente.
Nella ricerca dei soggetti trovò lo stimolo in se stesso.
“Sono interessato all’uomo in quanto animale, è parte della predisposizione a lavorare sui nudi diversa da questo. Perché possa vedere di più. Ed è elettrizzante vedere le forme ripetersi attraverso il corpo e spesso persino nella testa. Mi piace che le persone appaiano naturali e a proprio quanto gli animali, proprio come Pluto, il mio whippet”.(Sebastian Smeet).
Sotto certi punti di vista, presentò analogie con Ingres.
In “Nudo Dormiente”, rappresentò la posizione naturale e sensuale di una donna addormentata, nuda fino alla vita, seguendo la scia del già citato Ingres.
È “ragazza con cane bianco” che accese i riflettori sul reale Freud. Ancora una volta Kitty, accompagnata dal secondo animale della coppia. Descriverne l’incantesimo e l’emozione derivante è difficoltoso. La donna indossa una vestaglia, un seno in vista penzola. Con una mano stringe con delicatezza l’animale. Il cane si mostra tranquillo. SI può osservare una battaglia tra due sguardi divergenti, ma senzienti che fissano l’osservatore.
Non scelse mai persone comuni per rappresentare l’aspetto ordinario dell’esistenza.
I soggetti furono quelli che furono.
Lo interessarono quelle che noi comuni mortali definiamo imperfezioni: pelle afflosciata, sacche di grasso, zone di pelle lucide, particolari della struttura ossea.
Rimane sempre ligio ai particolari e questo rese intense, toccanti e forti le sue opere.
Dopo gli anni 70’, riprese a dipingere donne nude e qualche uomo. Tutto ciò risultò una novità senza precedenti nella storia dell’arte.
Privo dell’intenzione di infastidire, mette in luce donne con seni e genitali scoperti. In evidenza è posto lo sfiorire di un corpo: pelle chiazzata, eruzioni cutanee, cicatrici ed escrescente.
Tutte le immagini non recano in sé repulsione o disturbo.
0gni modello è disteso e in stato di benessere; molto spesso in stato si sonno profondo.
Ritratto Nudo del 1980/1982, fu un riguardevole dipinto mai realizzato di una donna in stato di gravidanza.
Spesso dipinse donne in dolce attesa: “In attesa del parto”, opera del 2005 in piccole dimensioni.
In merito al nudo maschile, ritrasse David Dawson, anch’egli pittore e suo assistente. Quest’ultimo è sdraiato su un letto, il braccio, intorno a Pluto, cane di Freud. Sul fondo della tela le sue gambe vengono riproposte fuori uscendo da sotto il letto.
Quanto appare strano, fu che i nudi di Freud, con oggetto donne, subirono sempre commenti maggiormente accentuati, rispetto ai nudi maschili.
I soggetti maschili, nudi, vennero ripresi da diverse prospettive, e accerchiati da una nobile e intima vulnerabilità: cosce pelose, cranio unto e avvallamento sudaticcio dello scroto.
Freud fu sempre alla ricerca di nuovi modi di valorizzare e accrescere l’importanza del settore arte.
“ Cosa chiedo a un dipinto? Gli chiedo di stupire, sedurre, disturbare, convincere”
SI spense a Londra il 21 luglio 2011.