Diritti di lesbiche e gay.
Adrienne Rich, poetessa, saggista e insegnante statunitense in “Eterosessualità obbligatoria ed esistenza lesbica”, scrive ”L’esistenza delle lesbiche mette insieme sia la rottura di un tabù sia il rifiuto di uno stile di vita forzato. È anche un attacco diretto o indiretto al diritto dell’uomo all’accesso alla donna. Ma è più di questo, perché dovremmo prima di tutto cominciare a percepirla come una forma di diniego verso il patriarcato, un atto di resistenza”.
Nel momento in cui una donna si trova ad uscire dall’eterosessualità, diviene due volte ribelle.
Se da un lato si auto inserisce come parte di una minoranza sessuale, dall’altro rifiuta l’autorità dell’uomo.
Ogni lesbica paga a caro prezzo il loro essere non conformi alla natura e sono soggette stupri correttivi, delitti d’onore, annullamento sociale, abuso fisico, come se si trovassero innanzi a un delitto da esse stesse compiuto.
La maggior parte dei Paesi che rendono un crimine l’omosessualità, emanano leggi che criminalizzano il comportamento sessuale dell’uomo o ogni atto attribuito a uomini.
Dove non vi è una criminalizzazione, i diritti delle persone LGBT spesso non soggetti a tutela e neanche vengono riconosciuti. Negli ultimi anni, però, l’organizzazione delle persone lesbiche e gay hanno portato a tollerarne l’identità, anche se non ancora propriamente accettata.
Per quanto riguarda il discorso LGBT, concretizzarne l’integrazione è un processo complesso, soprattutto per le lesbiche a causa dell’accettazione delle società patriarcali, che non danno accesso a forme di libertà.
Gli attivisti dell’identità di genere, premono sempre più i Governi, affinché arrivino a prendere in considerazione identità non binarie di sesso e genere.
La prima richiesta ha riguardato trans e soggetti di altro genere di modificare nome e identità sessuale o di genere su documenti ufficiali.
In molti Paesi non è stato possibile il cambiamento circa il genere legale di una persona.
In altri, la proposta è stata accettata a condizione del rispetto di determinate proibizioni, quali il completamento della chirurgia di riassegnazione del genere.
Paesi come Australia, Bangladesh, Germania, India, Nepal, Nuova Zelanda, e Pakistan permettono l’identificazione di “terzo sesso” su documenti ufficiali.
Canada, 2017. Viene fissata l’espressione “Terzo Genere” sui documenti rilasciati dal Governo: compresi i passaporti. https://www.osservatoriogender.it/gender-x-canada-introduce-terzo-sesso-sui-passaporti/
Bolivia, 2016. La legge sull’identità di genere permette ai maggiorenni di modificare nome o identità su documenti ufficiali.
https://www.tpi.it/esteri/bolivia-nuove-carte-identita-transgender-2016090722096/
Nepal, 2007. Un terzo genere si aggiunge a documenti ufficiali. A partire dal 2011, invece, il censimento permette alle persone di registrarsi come né maschi, né femmine. https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Nepal
Australia, 2003. E’ posibile scgliere “X” come genere o sesso sul certificato di nascita o passaporto.
Irlanda, 2015. Il Gender Recognition Act autorizza l’autocertificazione di genere. https://it.qwe.wiki/wiki/Transgender_rights_in_Ireland
Germania, 2013. Risulta essere il primo Paese europeo a riconoscere il sesso “non determinto” sui certificati di nascita.
https://www.lastampa.it/esteri/2013/08/18/news/maschio-femmina-o-indeterminato-1.36063959
Nel 2017, la Corte Costituzionale Federale ha inoltre stabilito che tutti i documenti pubblici devono includere la scelta di un terzo genere o evitare del tutto l’identificazione del genere.
In Guatemala, la rivoluzione liberale con una nuova Carta Costituzionale, ha depenalizzato gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso.
Motivazione” Per la Costituzione gli atti sessuali privati tra adulti consenzienti non sono di primario interesse per lo Stato”.
La Francia è il primo Paese che, nel 1971 ha depenalizzato atti sessuali tra persone dello stesso sesso.
Veniamo al Sud Africa, nel 1994 la Costituzione post Aphartheid include la tutela giuridica di lesbiche e gay.
https://it.wikipedia.org/wiki/Diritti_LGBT_in_Sudafrica
Altri paesi, recentemente, hanno abolito ogni legge che criminalizzavano lesbiche e gay.
Tra questi possiamo citare: Monzambico, Nicaragua, Isole Marshall.
Dichiarazione di Condanna Onu del 18 dicembre 2008 circa le violazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere: https://www.amnesty.it/onu-dichiarazione-condanna-le-violazioni-basate-sullorientamento-sessuale-e
Da notare, ho parlato di persone, non entità arrivate da qualche strana galassia, pronte a distruggere la civiltà umana.
Si parla tanto di difesa di Diritti Umani, ma diritti di chi?
La mia impressione è che come sempre si arrivi a fare una scelta circa i soggetti da tutelare.
Governi, svegliatevi!
Vi ricordo che non solo la società è in continua evoluzione, ma attribuire diritti ad alcuni, nulla toglie ad altri.
Prima di chiudere definitivamente rammento che non parliamo più di malattia a partire dagli anni 70′
Nel 1973 l’American Psychiatric Association rimuove l’omosessualità dalla nosografia del DSM. La risoluzione della commissione dell’APA, composta da tredici membri, viene però posta a referendum da Socarides e Bieber: il 55% vota a favore della risoluzione, il 38% contro e il 7% si astiene. L’omosessualità dunque non è più ritenuta una patologia: “l’omosessualità, in sé, non implica una compromissione del giudizio, della stabilità, dell’affidabilità o delle capacità sociali e professionali“
Nel 1974 il DSM III prevede una nuova categoria: “l’omosessualità egodistonica”, rimossa poi nel 1987. Pur affermando che a partire dal 1991 ogni fonte di stigma per i clienti gay e lesbiche è stato rimosso, il legame tra omosessualità e patologia non è ancora del tutto spezzato. (Da L’omofobia istituzionalizzata: il caso della psicoterapiadi Margherita Graglia)