Voci della storia, “Vaccini per l’anima”. Intervista a Eva Musci e Giuseppe Girgenti.
“Vaccini per l’anima” è la neonata rubrica interna di “Voci della storia, festival storico letterario”.
Nata da un’idea di Eva Musci, direttrice artistica e conduttrice di “Voci della Storia” e di Giuseppe Girgenti, filosofo, scrittore e professore di storia e filosofia antica all’università Vita-Salute San Raffaele con la collaborazione di Simone Passero, attore appartenente alla compagnia teatrale “Gruppo Teatro Bonacina” diretta da Giorgio Como.
Ad oggetto i grandi classici.
Breve introduzione per cedere il passo ai nostri protagonisti.
Salve Eva, salve Giuseppe. Per prima cosa vi chiedo come nasce l’idea “Vaccini per l’anima”?
E: Ciao Mara, Vaccini per l’anima è nata durante le serate dell’ultima edizione del festival Voci della Storia che come sai è stato trasferito sul web all’ultimo minuto, a causa del DPCM del 18 ottobre.
G: L’idea nasce dal desiderio comune nostro (di Eva e Giuseppe) di offrire al pubblico di Voci della Storia un’alternativa alle conferenze previste in autunno a Cesano Maderno, cancellate per l’emergenza Covid. La collaborazione con l’attore professionista Simone Passero arricchisce le conferenze in streaming con brani di autori classici letti, che poi vengono commentati.
La raccontereste ai nostri lettori entrando nello specifico?
E: Questa pandemia e le reazioni violente in alcune città mi hanno molto preoccupata e mi hanno fatto ripensare a vecchie letture per esempio alla rivolta di San Martino raccontata dal Manzoni nei Promessi Sposi, mi faceva rabbia vedere quelle immagini e vedere la poca programmazione fatta per evitarle, così spronata da un’ amica ho pensato che forse sarebbe stato utile creare un contenitore dove raccontare pestilenze e rivolte del passato partendo proprio dalla letteratura, così ho chiamato il professor Girgenti per chiedergli se voleva far parte di questo nuovo progetto legato al festival, ho scelto lui tra i tanti professori che conosco perché ha una capacità speciale di esporre concetti complessi rendendoli accessibili anche a coloro che di filosofia e storia sono a digiuno e perché in tanti anni di conferenze e festival abbiamo davvero fatto molti lavori di successo insieme. Giuseppe Girgenti è un entusiasta e per parlare di argomenti tanto cupi e che ci toccano così da vicini c’era davvero bisogno di entusiasmo
G: I classici hanno il valore di essere un patrimonio comune dell’umanità sempre valido. Dato che nella storia ci sono sempre state emergenze legate alle epidemie e alle altre catastrofi, l’idea è quella di riattingere alle descrizioni e alle trasfigurazioni letterarie di quegli eventi per trarne spunti di riflessione e di meditazione per curare l’anima dallo scoramento e dalla depressione che la crisi attuale potrebbe ingenerare. Già la trasposizione di una tragedia reale in un contesto narrativo, come ci insegna Aristotele, ha un effetto catartico di liberazione dalle passioni tristi.
Simone Passero, rappresenta la parte visiva, recitata di “Vaccini per l’anima”.
Quant’è importante la recitazione?
E: Simone Passero è un altro amico del festival, attore molto promettente e con buone doti recitative e di immedesimazione, volendo avvicinare il maggior numero di persone a testi classici avevo bisogno della dimensione teatrale e visiva, le immagini sono prima forma di comunicazione umana e un attore è veramente bravo quando con la sua recitazione riesce a generare nel pubblico immagini e emozioni, e poi così visto che i teatri sono chiusi recuperiamo almeno in parte questa arte che accompagna l’uomo dagli albori della sua organizzazione in clan, la musica e il teatro non si possono considerare non essenziali per l’uomo, se pensi che gli archeologi sono unanimamente concordi nel dire che una delle cose che fecero la differenza tra la sopravvivenza dell’uomo sapiens sapiens sull’uomo di Neanderthal fu proprio la musica e da li al teatro il passo è breve
Quali brani verranno analizzati bel corso delle settimane?
E: Per le prime tre puntate ci occuperemo principalmente di testi grechi e latini attingendo a filosfi come Platone, Tucidide, Lucrezio, Marco Aurelio Galeno e anche di come vengono affrontate le pestilenze nelle religioni, poi vorrei che anche il filosofo Sossio Giametta ci raggiungesse in video per raccontarci il suo Zaratustra. In base anche alla disponibilità degli storici procederemo con la scelta delle letture: è una rubrica in costruzione e l’argomento è veramente vasto.
G: Siamo partiti venerdì scorso con la descrizione della peste di Atene del V secolo a.C., la prima grande epidemia della storia, sia nella narrazione storica di Tucidide, che la vide e si ammalò in prima persona, sia nella trasposizione poetica di Lucrezio, come visione cupa e pessimistica della natura. Come “vaccino” il testo scelto è stato la scala di eros di Platone, ove si parla della sacerdotessa Diotima come colei che tenne lontana quella pandemia per dieci anni, e di Socrate come uno dei pochi Ateniesi che restarono immuni. Venerdì prossimo passeremo alla peste di Roma, nel periodo degli Antonini, e così via.
Ci troviamo nel mezzo di una pandemia che, non solo ha accentuato una già esistente crisi economica, ma ha anche indebolito il sistema sanitario. Importante in questo caso è la tenuta psichica. Come può un’opera del passato supportarci in questo momento storico realmente critico.
E: Credo che questa pandemia colga l’umanità in un momento in cui la cultura, differentemente rispetto al passato, è a disposizione di tutti, tramite libri biblioteche, internet e allora perché non approfittarne per poterci formare un punto di vista critico, per trovare se non una risposta almeno conforto, perché se gli ateniesi hanno superato la peste raccontata da Tucidide, senza tutte le nostre risorse mediche perché non dovremmo farcela noi? I testi classici hanno una dimensione atemporale e sono sempre moderni, quello che non dobbiamo fare è cedere allo sconforto e all’idea che non ci risolleveremo, perché dopo le grandi pestilenze c’è sempre stato un momento di rinascita, certo non è facile quando si è in mezzo alla tempesta credere che passerà e che ne usciremo.
G: Leggere e meditare i classici ha sempre l’effetto di distaccarci dalla contingenza, seppur drammatica del momento presente, per farci riflettere sul senso generale della vita e della morte, delle gioie e dei dolori, ed eventualmente per farci riscoprire dei rimedi e delle terapie per i mali dell’oggi che già chi ci ha preceduto aveva scoperto e messo in pratica.
Quali sono i punti di forza di Vaccini per l’anima?
E: il punto di forza più importante è la coesione che c’è tra Giuseppe Girgenti, Simone Passero e me.
G: Il principale punto di forza è l’interazione tra la recitazione e il commento filosofico, che naturalmente avrebbe come luogo naturale il palcoscenico di un teatro, ma che con lo streaming ha il vantaggio di poter raggiungere un pubblico molto più vasto. L’altro punto di forza è la possibilità per chi si collega di intervenire a caldo, sia per fare un commento sia per porre qualche domanda.
Infine, quale messaggio vuole comunicarci?
E: quello che vorrei è comunicare speranza, ma soprattutto invitare le persone ad essere come l’uomo senza maschera che si volta nel quadro di Ensor, che ho scelto come immagine della rubrica, per evitare di essere strumentalizzati, e per ottenerlo leggere e conoscere sono il vaccino più potente.
G Fare di necessità virtù: trovare i modi intelligenti per riempire i vuoti del lockdown, e uno dei modi migliori è quello di riscoprire la lettura, magari lasciandosi affascinare da qualche brano ascoltato durante i nostri venerdì di Vaccini per l’anima.
A conclusine intervista ringrazio Eva Musci e Giuseppe Girgenti per il tempo concessomi.
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