Tabata Sestriere: gestire un locale ai tempi del Covid. Intervista di Alessio Musella a Barbara Delmastro Meoni.
Ci è giunta in redazione l’intervista di Alessio Musella a Barbara Delmastro Meoni, titolare di Tabata Sestriere.
Ad oggetto “Gestire un locale ai tempi del Covid”.
La proponiamo ai lettori di Milano più Sociale.
Quando è nato Tabata Sestriere?
Il Tabata Sestriere è nato circa 40 anni fa da Franco Becchio e successivamente sono subentrata io. Ho sposato Franco Becchio, che già all’epoca era proprietario dello storico locale di San Sicario “Black Sun” e prima ancora di un locale a Pinerolo.
Perché si chiama Tabata?
Ho deciso di dargli questo nome e anche depositare il marchio perché è legato ad una serie di persone e situazioni magiche, piacevoli, ma soprattutto è nome di donna, che a me personalmente piace molto. Nell’antica Grecia Tabata era una magnifica Dea che aveva grandi poteri, che usava per esaudire i desideri e rendere felici donne e uomini, ma è anche il nome della piccola streghetta della famosa serie televisiva americana “Vita da strega”.
Che rapporto avete con i clienti?
Il rapporto con i clienti è speciale in quanto sono un susseguirsi generazionale ed è quasi, per la maggior parte delle persone, un’abitudine familiare. Per quanto riguarda l’internazionalità, grazie ai tour operator che portano gente da tutto il mondo, è sempre un rapporto cordiale e cerchiamo di rimanergli nel cuore, tanto è vero che poi successivamente, tramite social, si crea un rapporto saltuariamente epistolare.
In questo periodo di pandemia ci sono tantissime difficoltà legate al settore delle discoteche. Per quello che riguarda me, la mia discoteca è chiusa da Febbraio 2020, con tutto ciò che riguarda il disastro economico che mi porto appresso da questa forzata chiusura e che trovo personalmente inutile. Mi sono trasformata da discoteca a bar musicale per poter lavorare un pochino questa estate e affrontare il minimo della sopravvivenza per l’azienda, i miei dipendenti e poi anche per me. Per rendere il mio locale a norma anti Covid-19, nonostante ciò, ho perso circa l’80% del fatturato. Non ne sono rientrata grazie ai ristori dati dal governo, perché hanno preso come mese campione Aprile e per le attività stagionali montane il mese di Aprile corrisponde alla chiusura. Quindi, anche se pochi e benedetti, questi soldi che mi sono arrivati non sono bastati a pagare nemmeno le spese di un solo mese del mio locale. E’ un periodo grigio per la mia azienda e parlo per me che non ho potuto beneficiare, non essendo al mare, di quel poco turismo che al mare c’era.
Cosa proponi al governo per realmente aiutare il settore?
Sono a favore di tutte le norme igienico sanitarie decise dai vari Dpcm e ubbidisco personalmente, tengo la mascherina, mi lavo spesso le mani e mantengo sempre il metro di distanza di sicurezza. Anche se poi la mia energia sentimentale è vicina ai miei cari, a tutti quelli a cui voglio bene e ai miei amici clienti che mi mancano molto. Sinceramente non sopporto i furbetti e gli abusivi che organizzano eventi di nascosto, dove ovviamente non c’è nessun controllo e tolgono lavoro e credibilità ai professionisti come me e tanti altri che rimangono chiusi e si prendono la colpa di qualunque cosa. Voglio ricordare che all’interno della mia discoteca ci sono i controlli, c’è chi misura la temperatura e ti da la mascherina se non la hai, funziona solo su prenotazione e all’interno c’è un servizio d’ordine che controlla che tutte le regole vengano rispettate. Vedere feste private che si trasformano in vere e proprie discoteche abusive dove non c’è controllo e protezione mi rende veramente furiosa perchè è una grave ingiustizia per chi come me ha sacrificato tutta la vita per questo lavoro e ora basta che uno qualunque a cui non frega niente delle regole, metta un po’ di musica, faccia girare un po’ di alcool e si trasforma in un business illegale. Ma noi discoteche nel frattempo siamo chiuse, dimenticate e additate come la causa dei contagi per niente. Vorrei soltanto dire che gli assembramenti si trovano sui pullman e nelle scuole, basterebbe riaprire le strutture che rispettano le regole del governo per far tornare l’economia a girare. Voglio ricordare a chi pensa che noi non siamo necessari, che fino dall’età della pietra l’uomo ha sempre usato la musica. Fin dall’inizio del mondo la musica e il ballo sono esistiti, in ogni ceto sociale. Attorno ad una discoteca ci lavorano bar, ristoranti, alberghi, stabilimenti balneari, impianti sciistici, negozi. Grazie ad una discoteca alla moda si affittano più facilmente le case e aumenta anche la vendita, ma anche il loro valore al metro quadro. Quindi attorno ad una discoteca c’è moltissimo commercio.
Non so cosa proporre al governo per aiutare il settore, ma se ci lasciassero aprire, ripeto: sempre nel rispetto delle normative anti Covid-19, potremmo togliere tutta questa gente che beve per strada creando assembramenti, eliminare tutte le feste in casa, potremmo cominciare in autonomia a ricostruire mattoncino per mattoncino il disastro economico che abbiamo subìto.
Come vivono i dipendenti e gli artisti questo periodo?
Sia per gli artisti, che per i dipendenti che lavorano al Tabata e in tutte le altre discoteche, è un momento difficile. Gli artisti non si possono esibire e i dipendenti si arrangiano a fare qualche lavoretto, non c’è soddisfazione di condividere il proprio talento che in questo momento tace in una triste preghiera dentro ognuno di noi.
In conclusione ringrazio Barbara Delmastro Meoni per la testimonianza e il tempo accordatomi.
Alessio Musella.