Storia di Giacomo, artista diciassettenne.
Fin dalla nascita Giacomo soffre di una paralisi cerebrale infantile, le cui conseguenze corrispondono a difficoltà linguistiche e motorie.
Ciò non gli ha impedito di scavare un varco comunicativo e, dove le parole non arrivano o sono inesistenti, a narrare emozioni giocano un ruolo fondamentale i colori debitamente guidati da mente e cuore i quali, divengono i suggeritori di una soffice manina.
Frequenta il liceo artistico e, a fargli da supporto tecnico, inteso come sostegno alla parte pratica, quindi, passaggio pennelli o, una volta stabilita la tela da utilizzare, capire se dipingere in orizzontale o verticale, scelta delle differenti tecniche utilizzate anche in funzione della rigidità della muscolatura, Sara, nonché sua sorella.
“Abbiamo iniziato a dipingere” spiega Sara “ un po’ per caso e gioco quando Giacomo frequentava le scuole elementari, quindi una decina di anni fa.
Ha sempre avuto la passione per arte e colori, trovando quella dimensione che, senza le parole, gli ha dato modo di sperimentarsi e di esprimere le emozioni che ha dentro, tanto che, al momento di scegliere la scuola superiore, ha optato per l’artistico. Soprattutto negli ultimi anni vi è stato un suo crescente interesse verso la materia”.
Lo scorso anno nasce di conseguenza il “Laboratorio di Sara e Jack”.
Sì, dopo aver acquistato casa, io e Giacomo abbiamo scelto di dedicare una stanza al laboratorio, uno spazio in cui svolgiamo le nostre attività.
Da qui, l’idea di aprire di anche una pagina Instagram e provare a diffondere l’arte e i dipinti di Giacomo.
Cerchiamo di fare conoscere una realtà che ci apparteneva da anni, ma che era solo nostra.
Creando sempre più quadri, la gente ha iniziato a scriverci sempre di più.
Il laboratorio è stato strutturato di modo che, l’attrezzatura necessaria, sia a sua portata di mano.
Il prossimo anno Giacomo compirà il suo diciottesimo compleanno. Per quella data so che avete un progetto. Raccontiamolo, insieme.
Parlando tra noi, abbiamo provato a immaginare la festa per i suoi diciotto anni. Abbiamo pensato di fare qualcosa che potesse includere compagni di classe e parenti, qualcosa di differente rispetto alla classica cena che, a lungo andare, sarebbe potuta risultare pesante.
Attraverso i gesti, Giacomo mi ha fatto capire di voler organizzare una mostra.
Allora gli ho proposto di organizzarla proprio in un funzione del raggiungimento della maggiore età; un evento che capita una sola volta nella vita accompagnato dalla sua prima mostra.
Quando sarà il fatidico giorno?
In realtà siamo partititi con largo anticipo, nel senso che Giacomo è nato il 31 Luglio. Quest’anno compirà i diciassette anni, nel 2022 i diciotto. Ci siamo presi un anno di tempo e lavorare sodo e far sì che sempre più persone ci conoscano.
In tale contesto, quali emozioni prova?
Sicuramente la felicità di consegnare un quadro.
La soddisfazione per il proprio lavoro, vedere arrivare gente, a cui fa visitare il suo laboratorio, e che si complimenta… beh, questa è per lui la cosa più bella. Sapere che sempre più persone lo seguono, lo rende davvero felice. Il suo sogno è che queste sue tele possano essere esposte, affinché chi non lo conosce, possa relazionarsi con il suo modo di intendere l’arte e di esprimersi.
Ho visto i dipinti di Giacomo. Mi sono chiesta: c’è un artista che lo ispira o nasce tutto dal suo istinto?
No, nasce tutto dall’istinto.
In casa o in Laboratorio non abbiamo occasione di vedere come lavorano altri artisti. A scuola sono proprio studi accademici, quindi la sua arte, le scelte di colori, pennelli o l’uso dello spazzolino da denti nascono naturalmente.
Nel vedervi insieme si percepisce il forte legame che avete e la felicità di stare insieme. Hai voglia di esporci il vostro rapporto?
La cosa più bella è il nostro stare insieme. Negli anni sono state tante e, ancora oggi, sono tante le attività che svolgiamo insieme, al di là della pittura. Se generalmente è lui che dà una mano a me, per esempio nel giardinaggio, in cui svolge mansioni molto semplici tipo tenermi il bidone dell’immondizia, quando dipinge è Giacomo che dipinge e sono io che lo aiuto: gli passo i pennelli e gli tela.
Sentirsi e vedersi autonomo nel fare una cosa gli dà molta soddisfazione e grande forza.
Qualunque cosa facciamo, il tempo vola. Sai, lui ha una giornata ricca di impegni e dobbiamo mettere una sveglia nel vero senso della parola per ricordarci che dobbiamo anche uscire dal laboratorio per impegni lavorativi miei, la scuola, la fisioterapia.
Insomma, siete una bella squadra e in quanto tale fate un bel lavoro. Entreresti nello specifico della felicità di Giacomo quando dipinge e dell’importanza che l’arte ha avuto per lui ?
L’arte, soprattutto negli ultimi anni, è stato un modo per lui di dimostrare di essere in grado di fare qualcosa. Nel corso del tempo, i complimenti che riceveva e la soddisfazione nel vedere i suoi dipinti appesi nelle nostre case è stata motivo di grande orgoglio.
L’amore per l’arte gli ha permesso di frequentare un liceo e, il fatto che frequenti un liceo è qualcosa di fantastico.
Abbiamo toccato con mano quanto l’arte sia stata il canale comunicativo che ha messo in contatto Giacomo e i suoi compagni, tutti, non uno o due di essi. Elemento che non avevamo riscontrato, forse, per diversi fattori, quali l’età, o la minima importanza data all’arte, alle scuole medie.
Tra l’altro, quest’anno, per la prima volta, è stato invitato alla cena di classe. Questo per lui e per noi è un traguardo importantissimo, traguardo raggiunto grazie ad attività di gruppo e non differenziate.
Importante non è solo fare conoscere i quadri di Giacomo, ma anche quello che sta intorno per creargli un domani, con la speranza che questa sua passione possa avere riscontri positivi e aprirgli delle porte verso un’autonomia sempre più concreta.
Il rapporto con i compagni di classe, invece?
Fin dalle elementari ha amato andare a scuola, ambiente che per lui è sempre stato un punto di riferimento, anzi, credo sia uno dei pochi che si lamenta quando finisce.
Gli anni delle elementari sono stati bellissimi, nel senso che, vuoi per il gruppo classe o per gli insegnati, di per sé è stata una bella esperienza.
Il passaggio dalle elementari alle medie, difficoltoso per tutti, per Giacomo è stato un po’ delicato.
Questi due anni di liceo sono stati bellissimi. Il rapporto con i compagni è stato fin da subito bello.
Con il Covid e le ripetute chiusure la nostra paura era che si creasse un distacco o diminuissero le possibilità di relazionarsi. In realtà, la DaD ha fatto sì che i ragazzi si vedessero, mantenendo un filo relazionale, arricchito poi, quando nelle ultime settimane, tutti sono tornati a scuola.
Da sempre i compagni lo appoggiano in questo nostro progetto del laboratorio e Giacomo ha deciso di preparare un quadretto per ognuno di essi, che ha scelto di regalare loro l’ultimo giorno di scuola.
La partecipazione alla cena di classe è stata per noi molto significativa: ha evidenziato come anche lui è parte della classe.
Un vero traguardo, dunque!
La storia di Giacomo racchiude in sé un forte messaggio non solo d’inclusione, ma sottolinea come, nonostante disabilità, limiti e problematiche, la presenza di giusti ausili che vedono coinvolti scuola, famiglia e professionisti, tutti possono esprimersi al massimo delle proprie potenzialità e raggiungere la giusta autonomia.
Nel corso della chiacchierata, un adorabile boss, sorridendo, annuiva, confermando in tal modo le parole di Sara
Laboratorio Sara e Jack è presente su instagram con video e immagini sempre nuovi https://instagram.com/illaboratoriodisaraejack…