Raccontando il disagio. Intervista a Alda Acanfora, presidente Associazione Avulss Busto Arsizio.
Dialogo oggi con Alda Acanfora, Presidente Associazione Avulss (Associazione per il volontariato nelle Unità Locali Socio Sanitarie) di Busto Arsizio.
Classe 1968, sposata e madre di due figli, diplomata al liceo classico e laureata in Scienze Politiche.
Buongiorno dottoressa Acanfora, la sua passione per il volontariato e di conseguenza per il sociale la accompagna da tutta la vita. Ha voglia di approfondire questo aspetto che la contraddistingue?
Buongiorno a lei e a tutti i lettori.
Certamente approfondiamo e vi ringrazio per l’opportunità di far conoscere l’AVULSS, una Associazione voluta da Don Giacomo Luzietti, e promossa dall’OARI “Opera Assistenza Religiosa Infermi”.
Ciascuno di noi ha dei propri segni distintivi, se poi si tratta di una passione, ancora meglio. Mi spiego. Non ho mai cercato nulla. È la vita che presenta alcune opportunità, certamente dipende anche da chi si frequenta e dalle energie che si possono mettere in campo. Alcune di queste le ho viste e le ho seguite, come si dice oggi, “a sentimento”.
Devo dire che ho la buona sorte di vivere in un ambiente familiare sempre attento, ciascuno con le proprie possibilità, nei vari contesti storici. Diciamo che i frutti non cadono mai lontano dall’albero e per questo devo ringraziare i miei genitori e i miei nonni. Di sicuro, ho una famiglia che rispetta le mie scelte.
Cosa l’ha portata a una tale scelta? Prendere una fetta del suo tempo libero per dedicarla al disagio.
Disagio, proprio questo cerchiamo di alleviare nelle molteplici realtà sociosanitarie presso le quali operiamo. Diciamo che non sono io ad aver scelto di crescere dedicando il mio tempo al prossimo, quanto è la vita che ti pone davanti certe situazioni, certamente è necessaria una vocazione direi naturale.
Alda Merini ha scritto “Anche se la finestra è la stessa, non tutti vedono le stesse cose. La veduta dipende dallo sguardo.” Io ho uno sguardo che vede alcune cose e sicuramente altre no. Per questo mi piace il confronto costruttivo.
Io sono dell’idea che quando si deve fare, si fa. E più siamo e più si raggiungono obiettivi e si moltiplicano i risultati positivi, ripagati da sorrisi sguardi e occhi pieni di riconoscenza.
Attualmente è Presidente dell’Associazione Avulss Busto Arsizio. So che lavorate nelle Unità Locali Socio-Sanitarie, accanto ai malati a domicilio e in innumerevoli altre strutture. Quale tipo di supporto offrite?
Noi offriamo relazione d’aiuto in differenti realtà:
Centro Polifunzionale per la Terza Età (Centro Anziani).
Istituto La Provvidenza (Centro Anziani).
Casa di Corte Nuova (Residenza per Anziani)
Ospedale di Busto Arsizio (nelle Unità Operative di – Broncopneumologia – Malattie Infettive – Medicina II – Neuropsichiatria Infantile – Ortopedia – Pronto Soccorso – Recupero e Rieducazione Funzionale – Psichiatria).
Istituto Humanitas Mater Domini di Castellanza (nelle Unità Operative di: – Oncologia – Pronto Soccorso).
A Domicilio Presso Anziani, Malati e Persone Sole.
Sul Territorio di Magnago e Marnate a Sostegno di Persone o Famiglie in Difficoltà.
E con più volontari potremo andare anche in altre realtà che accompagnano donne e uomini di tutte le età in un percorso continuo.
Con orgoglio aggiungo che per diventare volontari AVULSS (http://www.avulssbusto.altervista.org/index.html) frequentiamo un corso e sosteniamo un colloquio attitudinale; annualmente organizziamo diversi momenti formativi (anche on line).
Approfitto di questa vostra opportunità e ricca platea di lettori per comunicare a voi per primi che nel prossimo mese di settembre proporremo il nostro nuovo corso base, il primo post pandemia.
I bisogni possono sembrare immutati ma i contesti si ampliano a dismisura.
Pur essendo tutti volontari differenti per preparazione, attitudine e carattere, ci viene riconosciuto un atteggiamento comune; la formazione continua ha proprio lo scopo di avere un approccio unico con il bisognoso.
Oltre ai volontari, vi avvalete anche di personale tecnico quali psicologi e educatori? Come siete strutturati?
Abbiamo introdotto la formazione continua: i relatori sono specialisti e professionisti. Per i settori più sensibili in cui operiamo, organizziamo incontri con figure professionali con il fine di migliorare il nostro approccio verso chi ha bisogno.
Quotidianamente, innanzi ai suoi occhi il disagio, sociale e psicologico, la sofferenza. Nello specifico, quali situazioni si trova a fronteggiare e come riesce a relazionarsi ad esse?
Le esperienze mie e dei volontari sono tante e differenti e molto è cambiato dal tempo pre-pandemia a oggi. E chissà domani… Noi attendiamo un ritorno a quella straordinaria normalità anche se sappiamo che le paure e le debolezze sono aumentate. Ma non siamo mai soli, e questo ci dà una grande forza
Approcciare a queste realtà è difficoltoso, non tutti sono in grado di farlo. Quant’è fondamentale l’ascolto empatico?
È il fondamento! Ce lo diciamo sempre. Qui non siamo a fare a gara per chi ha la soluzione, magari per situazioni che non abbiamo mai vissuto ma solo lette o raccontate da altri. Attraverso l’ascolto empatico apprezziamo la straordinarietà della vita che ti dà la possibilità di arricchirti stando accanto al prossimo. Lo crediamo veramente tutti.
Federazione Avulss (http://www.avulss.org/) non si limita a Busto Arsizio, in tutta Italia sono circa duecento le sedi.
La Federazione Avulss ha sede a Saronno e le realtà locali sono Associazioni con un proprio Direttivo e Consiglio. È entusiasmante ritrovarsi ai convegni sempre opportunità di confronto tra le differenti associazioni provenienti da tutta Italia e con tessuti sociali differenti.
L’esperienza pluridecennale e le trasformazioni, anche a seguito dell’adeguamento normativo, portano un bagaglio di esperienze fuori dal comune, tutte al servizio del prossimo.
Rispetto ai nuclei familiari in evidente stato di bisogno o comunque di disagio, al di là del sostegno offerto come Associazione, consigliate, da affiancare, anche un’altra tipologia di percorso?
Le fragilità familiari si sono sicuramente acuite in questi mesi a causa della perdita di salute, lavoro, riferimenti familiari importanti che davano sicurezza.
Noi incontriamo il sofferente e anche il familiare. Viviamo anche momenti di grande impatto emotivo, quando il bisognoso di aiuto dà forza al parente. Queste sono grandi lezioni di vita che ti fanno apprezzare la vita e quanto ti concede.
Siamo anche convinti che possiamo andare avanti solo con un serio lavoro sinergico tra realtà di volontariato, amministrative, sanitarie. Un lavoro che serve a tenere tutti collegati e connessi, ciascuno con la propria sensibilità e senza alcun fine se non l’attenzione al prossimo.
Quali sono i passi da eseguire per giungere all’integrazione sociale di coloro che vivono in contesti duri?
Non aver paura di lavorare e confrontarsi perché non siamo soli. Sappiamo che nulla è semplice. Ma insieme e con una visione verso un comune obiettivo senza pregiudizio alcuno, possiamo fare bene e guardare avanti
Si è mai sentita preoccupata per il futuro di chi assiste?
La preoccupazione c’è sempre ma non giova se rimane tale; occorre partire da qui per occuparsi delle persone e dei problemi. Questo fa la differenza perché sono i fatti concreti che contano.
Ha mai percepito la negazione di una necessità da parte del diretto o diretti interessanti? In tal caso come ha agito?
Essere consapevoli di un disagio o di un problema non è sempre scontato. Noi volontari AVULSS non intendiamo sostituirci a nessuno ma, consci che tutti hanno bisogno di essere accompagnati, ciascuno con il proprio tempo, vogliamo salvaguardare la dignità e il rispetto per il prossimo.
Questa pandemia ha visto aumentare il disagio sociale e la sofferenza psichica. Entrerebbe nello specifico di quanto è accaduto e sta accadendo, in funzione di quello che ha avuto modo di toccare con mano.
Siamo in attesa di poter rientrare in tutte le “nostre” strutture da cui siamo stati lontani fisicamente per questioni sanitarie.
Dove ci siamo già, vediamo tutti i giorni la paura e la confusione per quanto l’infodemia sta causando. Si rischia seriamente di andare in cortocircuito.
E il tuo prossimo, con le proprie paure e debolezze, se ne accorge ed è bellissimo vederlo allontanare più sereno di quando l’hai incontrato.
L’esperienza di volontariato ti cambia profondamente, migliorandoti. Impari a non guardare più l’orologio e torni a casa sicuramente più ricco. Per questo la raccomando a tutti, sin da adolescenti, ti forma.
Le voglio fare un’ultima domanda, le Associazioni concorrono ad aiutare chi è in difficoltà, ma a livello Istituzionale, quando si può e si deve ancora fare?
Noi siamo quelli presenti sia nelle emergenze sia nel quotidiano. Ma si può e si deve fare di più per il volontariato. Bisogna attivare tavoli tra tutte le istituzioni, ma per davvero, dove si possa ascoltare. Ci vogliono persone con grande capacità relazionale e competenza per gestirli.
Il mondo del terzo settore è molto variegato, ci sono le cooperative sociali e chi, come noi che viviamo delle nostre iscrizioni o del 5×1000 (il nostro codice fiscale è: 90008570120) e mettiamo in gioco noi stessi per il prossimo.
In conclusione ringrazio Alda Acanfora per il tempo concessomi.
Ringrazio io voi anche a nome dell’Associazione.
Quanto fate, come lo diffondete, è ossigeno per tutti, volontari e non. L’essenziale è invisibile agli occhi…. Ma al cuore e alla pelle no.
Stay tuned!
http://www.avulssbusto.altervista.org/index.htmlhttps://www.facebook.com/avulssbusto/
Vi aspettiamo al prossimo Corso Base.