Intervista a Paolo Ferretti, titolare di Ferrettiis, azienda leader al servizio dell’industria.
Conosciamo meglio Paolo Ferretti , titolare di Ferretti IS, azienda leader al servizio dell’industria.
Da generazioni nel mondo dell’edilizia ha un azienda leader giovane e innovativa al servizio dell’industria. Abbiamo scelto di intervistare il titolare di Ferretti IS il Dott. Paolo Ferretti per comprendere meglio chi si siede alla scrivania di un eccellenza italiana ma nello stesso tempo è a fianco dei suoi collaboratori in cantiere, perché crede fermamente che per saper dirigere è necessario sapere fare e essere parte integrante di un gruppo, sposando in pieno il modus pensandi della sua terra “Bergamo”.
Quanto conta l’esperienza sul campo e quanto la formazione nel vostro settore ?
Esperienza e formazione sono tra loro complementari ed entrambe fondamentali per un percorso di crescita professionale.
La conoscenza degli aspetti teorici e la loro applicazione in cantiere sono componenti che si fondono quotidianamente con un processo di formazione e aggiornamento continuo e un apprendimento sul campo.
Lifelong learning e learning by doing costituiscono la chiave del successo delle nostre risorse umane e dell’azienda nel suo complesso.
Quando hai deciso di entrare in azienda?
Sin da piccolo i sabati capitava di intrufolarsi nel magazzino dell’impresa a giocare a nascondino, poi si saliva sui dumper o nelle cabine dei camion e si giocava a “fare il cantiere”. Questo gioco ha sicuramente fatto scattare la molla della passione per il lavoro di papà.
Come selezionate il personale?
Data la centralità per noi delle risorse umane la selezione è un processo complesso e talvolta lungo. Sicuramente nelle figure che cerchiamo la competenza tecnica è un prerequisito essenziale ma non è sufficiente se non affiancato da un reale interesse per il nostro lavoro, la vocazione a lavorare in team e la spinta a migliorarsi costantemente.
La Ferretti ha una lunga storia alle spalle, come è cambiato negli anni il settore? Quanto la tecnologia ha influito?
Il settore dei rivestimenti refrattari dei forni, dalla fine degli anni ottanta contestualmente alla prima crisi del settore siderurgico, ha subito una forte contrazione. Da lì l’accentuarsi di una concorrenza svilente basata sul mero costo del servizio, talvolta con poca attenzione per qualità e sicurezza. In concreto, il contrario del nostro DNA per cui il nostro posizionamento si è fondato su una differenziazione rispetto a questo tipo di concorrenza. Ferretti IS dalla sua costituzione ha quindi promosso la vendita alla propria clientela di un service basato su contenuti tecnologicamente avanzati implementando l’attività di ingegneria e supporto tecnologico, la proposta di interventi con formula chiavi in mano includendo anche le attività di commissioning e servizio post-vendita.
Questa visione complessiva dei bisogni del singolo cliente, la costruzione su misura di un insieme di servizi e l’uso delle tecnologie più appropriate rappresentano, secondo noi, l’unica possibile risposta in chiave competitiva.
Quanta importanza date alla comunicazione e al marketing?
La comunicazione è fondamentale e si fonda su due pilastri: chi siamo (i nostri valori) e cosa facciamo (prodotti, referenze etc.). Oggi un’impresa non è più solo ciò che fa, anche se questo rimane fondamentale ma si qualifica anche per i valori che stanno alla base della propria operatività.
Per questo noi comunichiamo prima di tutto attraverso il nostro modo di relazionarci al cliente e al contesto che ci circonda con rispetto, trasparenza, impegno, attenzione costante. Poi c’è, chiaramente, la comunicazione più orientata ad acquisire nuovi clienti e mostrare il risultato del nostro lavoro. Dobbiamo veicolare il nostro messaggio in maniera chiara e diretta ai potenziali clienti attraverso vari tipi di supporti quali i social media, il web istituzionale, supporti audio video e anche attraverso strumenti tradizionali. La tipologia di marketing, stante l’attività aziendale molto tailor-made, non si basa su campagne pubblicitarie ad ampio spettro ma ricerca contatti diretti della potenziale clientela.
Nel settore in cui eccelle la Ferretti , conta il made in Italy?
Sicuramente il Made in Italy conserva il suo fascino anche nel mondo industriale ed edilizio nei quali si inserisce la nostra attività. Dovunque abbiamo avuto modo di interfacciarci, dal Messico al Kazakistan, i nostri clienti hanno manifestato un grande apprezzamento per le nostre proposte progettuali e di materiali sempre improntati ad un’alta qualità e per la nostra capacità di affrontare situazioni complesse con un approccio aperto e costruttivo, come si dice spesso, “problem solving”. Spesso riceviamo apprezzamenti per l’organizzazione e gestione dei nostri cantieri in cui ci sono la qualità e la creatività italiana.
Sei molto legato alla tua città Bergamo, pregi e difetti di una splendida città di provincia?
Bergamo è una città d’arte fantastica, circondata da montagne, vallate e laghi con paesaggi incantevoli. Io viaggio molto ma ogni volta che rientro e dall’autostrada vedo il profilo di Città alta non posso che pensare che sono fortunato e che è bellissima in tutte le stagioni dell’anno. Una provincia abitata da grandi lavoratori dal carattere schivo che peraltro hanno dimostrato grande coesione e senso civico nell’affrontare la crisi della pandemia.
Se potessi dialogare con un grande del passato chi sceglieresti e cosa gli chiederesti?
Sceglierei di poter scambiare quattro chiacchiere con Leonardo da Vinci per cogliere e comprendere, laddove fosse mai possibile, la sua forma mentis, i passaggi ed i ragionamenti che lo hanno portato a sviluppare progetti tanto ambiziosi in anticipo di secoli rispetto alla loro messa in pratica.
Se incontrassi te stesso a 18 anni cosa ti raccomanderesti?
Mi raccomanderei di non perdere mai l’occasione per dimostrare il mio affetto alle persone a me più care. Ho perso i genitori troppo presto.
Mi racconti un aneddoto che ricordi con il sorriso ?
Ai tempi della Falck, a Ferragosto, con lo zio Piero andavo in visita ai cantieri e ci si fermava a mangiare in una baracca all’interno dello stabilimento; il “Gallo”, l’amico Gallizioli, cucinava polenta e gorgonzola e c’erano 40° all’ombra.
Credo che se sono sovrappeso lo devo a lui.
Chiudiamo con una domanda fuori dagli schemi, elencami tre pregi e tre difetti dei Bergamaschi
Partiamo dai difetti così chiudiamo in bellezza. Troppo chiusi, un po’ burberi, craponi, ossia con la testa dura.
Ma per contro gente estremamente operosa, solidale, concreta.
Grazie per il tempo a noi dedicato
Musella Alessio