Skip to main content
Milano più sociale. Periodico di informazione online

COVID-19 E PSICHE, PASSATO E PRESENTE: GLI INSEGNAMENTI SPIRITUALI DEL CONTE DI CAGLIOSTRO.

| De Chirico Tommaso |

L’argomento che dobbiamo affrontare, oggi di estrema attualità, è molto interessante, e si presta a varie riflessioni teoriche ed applicative.

Sin dall’antichità, in ogni evento globale di natura infettiva, tellurica o bellica, che coinvolge contemporaneamente una grande popolazione, si instaurano sempre delle problematiche non solo di carattere igienico-sanitario, ma soprattutto di tipo emotivo-psichico, tali da modificare il comportamento delle persone interessate, sia durante che dopo l’evento: in termini tecnici, si chiama “stress post-traumatico”.

Il mio intervento su questo tema non vuole essere esclusivamente di tipo professionale, in quanto medico; infatti, intendo portare un contributo alla discussione assumendo un ruolo completamente diverso, cioè quello di ricercatore storico, saggista e biografo del conte di Cagliostro.

Nei cinque libri scritti su di lui, pubblicati presso l’Editore Mnamon di Milano, la mia attenzione non si è limitata solo allo studio analitico-critico delle fonti storiche di un famoso personaggio che fece assai scalpore a quel tempo (siamo in Europa, nella seconda metà del XVIII secolo), vuoi per le vicende personali, vuoi per i Processi cui fu sottoposto, di cui l’ultimo nel 1791 da parte del Tribunale della Santa Inquisizione di Roma con l’accusa principale di Eresia Formale (insieme ad altri reati minori); in realtà, il vero scopo delle mie ricerche era proprio quello di approfondire la sua personalità di mago, veggente, alchimista e terapeuta.

Ebbene, una volta focalizzati i suoi insegnamenti, espressi in modo teorico nelle sue Opere letterarie, ma successivamente confermati nella pratica dalle testimonianze dirette e dai documenti del tempo riguardanti i metodi con cui il conte di Cagliostro curava le persone bisognose e ammalate, se prendiamo in considerazione solo gli ultimi due aspetti (alchimista e terapeuta), siamo già in grado di mettere in evidenza  quali consigli, frutto della sua esperienza, possano essere ritenuti validi ai giorni nostri, in tempo di pandemia infettiva da virus SARS-CoV-2.

CONSIDERAZIONI

Cosa insegna, a proposito, il conte di Cagliostro?

Sostanzialmente questo: se è vero che l’uomo, per legge di Natura, è sempre sensibile a vari stimoli interni ed esterni, cui può reagire in modo differente a seconda della propria costituzione, nella realtà è più facile che l’evento-malattia si manifesti quando la mente non è più in sintonia-armonia con il proprio corpo.

Tale concetto vitalistico non è nuovo, poiché si rifà ai principi alchemici descritti nei testi di Medicina dell’Antico Egitto, poi ripresi nel mondo occidentale a partire da Ippocrate nel IV secolo a. C. per arrivare a Paracelso nel periodo post- rinascimentale, fino al conte di Cagliostro vissuto in pieno Illuminismo, e ricuperati nei secoli successivi per merito di illustri figure del mondo della Medicina seguaci della sua tradizione più universale, a carattere umanistico e olistico, e pertanto più vicina all’uomo considerato in tutte le sue componenti ambientali, culturali, sociali, religiose, fisiche, mentali e spirituali.

Cos’è l’Alchimia?

L’Alchimia è Scienza della Vita espressa in termini allegorici, e materializzata in una serie di procedimenti chimici.

Le sue conoscenze affondano nella notte dei tempi; ancora oggi è praticata sia in modo speculativo-filosofico, sia in modo farmacologico-terapeutico.

Sulla base dei suggerimenti dati da Paracelso, i suoi princìpi sono applicati nella Spagyria, Arte Medica complessa che studia, e cura, l’uomo in funzione dei suoi influssi planetari e secondo i ritmi della Natura. L’Alchimia comprende la totalità del sapere: spazia dalla letteratura alla poesia, dalla fisica alla chimica, dalla scienza alla biologia, dall’agricoltura all’architettura, dalla

L’Alchimia, detta anche Magnus Opus, non è un percorso iniziatico adatto a pochi eletti; è, soprattutto, cultura rivolta a tutti gli esseri viventi e senzienti, è l’educazione a un comportamento che ci consente di essere in armonia con noi stessi e con gli altri, in modo particolare con la Natura, sia trascendente che e immanente, sia reale che concreta, nel percorso quotidiano delle vicende umane.

Dice Paracelso, nella sua opera Il Paragrano:
«Il Medico deve essere un po’ Filosofo, un po’ Astronomo, e anche un po’ Alchimista»

Pertanto, il conte di Cagliostro, esperto conoscitore di alchimia egizia e abile terapeuta empirico, proprio tramite l’applicazione di questi principi curava con

successo le persone ammalate che si rivolgevano a lui per avere comprensione, conforto, aiuto e medicine.

Non solo: con i suoi esperimenti chimico-alchemici, Cagliostro intendeva di proposito stupire il pubblico al fine d’indurlo a capire quanto la trasformazione della materia (il “vile” metallo in “oro puro”, espressione ultima della perfezione sublime e incorruttibile), potesse rappresentare, in modo allegorico, il primo passo indispensabile per il raggiungimento dell’equilibrio corpo-psiche, avendo come obiettivo finale lo sviluppo spirituale dell’anima.

In particolare, con i procedimenti da lui attuati, egli voleva solo rendere noto al pubblico, tramite un simbolismo dialettico ripreso in parte dalle antiche tradizioni esoteriche, e in parte (a integrazione di culture diverse nate in tempi diversi), dai testi della classica Liturgia Cristiana, verso la quale il conte di Cagliostro fu sempre assai rispettoso, i vari gradi evolutivi della natura umana, utilizzando intenzionalmente una metafora a grande effetto con l’unico scopo di far capire alle persone semplici concetti molto più complessi.

Tecnicamente, la metamorfosi alchemica avviene in quattro stadi differenti, che si susseguono in modo progressivo ascendente secondo una tempistica cronologica ben definita; i loro nomi sono: nigredo, albedo, citrinitas e rubedo.

Queste fasi di passaggio, corrispondenti nella realtà alle diverse fasi di cambiamento di colore della materia presa in considerazione (sono, in genere, zolfo e mercurio), rappresentano, a loro volta e in modo simbolico, i vari momenti di presa di coscienza e di crescita interiore; il processo finale, la sintesi in cui il Verbo e la Carne, il Logos e l’Eros, con sofferenza e gioia diventano un tutt’uno, si chiama “sublimazione”.

Peraltro, queste affermazioni sono anche l’essenza dei Principi fondamentali dei Rosacroce, Movimento esoterico permeato da rigorosa segretezza, in cui gli adepti giuravano, per propria scelta e con devozione personale, di dedicarsi alla salvaguardia della tradizione spirituale universale, all’Apostolato del Bene in tutte le sue più luminose espressioni (dal benessere interiore a quello fisico), e al miglioramento dell’evoluzione spirituale dell’Umanità.

A questo Ordine mistico il conte di Cagliostro aderì sin dalla sua prima formazione culturale, avvenuta in gioventù nell’isola di Malta, sotto la guida del Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri di Malta, di Rodi e di Gerusalemme: il nobile portoghese, imparentato con la Famiglia Reale dei Braganza di Lisbona, don Manuel Pinto de Fonseca.



 

De Chirico Tommaso

Leggi tutti gli articoli