Delta NA, Eden. A cura di Maria Marchese.
“Fiori di pruno:
è un’estasi
la mia primavera”
(Issa)
La parola Eden abbraccia la condizione della delizia, dell’infiorescenza e dello sbòccio, dello stato estatico…
Selvatico e spontaneo gemma il pruno: una condizione privilegiata, che custodisce la verità.
Le profonde radici di “Primus” e “vas” si sposano addentro la fondatezza e la significanza dell’inizio e del risplendere: in tal senso, liberano la genesi di un’alba nuova.
Issa poeta, in pochi versi, uno stato privilegiato, che coinvolge l’interezza dell’essere umano e altresì l’appartenenza, di quest’ultimo, all’essenza della trasformazione.
L’Eden, amato sulla tela dalla coppia astigiana Delta NA, rivela un’ode, in versi segnico/ cromatici , sospesa nell’ossimoro, ove sacralità e profana realtà coincidono, nell’assolo di una volizione conoscitiva evoluta: le trame di quest’ultima sono pregne dei molteplici spazi concettuali, espressi sin ora.
“Mute le corde.
La musica sapeva
Quello che sento”
(Borges)
Neva Epoque e Alessandro Vignola serbano, e nell’atto creativo e nella vita quotidiana, quella musica intrinseca: l’architettura del pentagramma, ove essa si attua, è la dimora umana, quale pantheon. Ivi fioriscono “suoni” personali diversi, avvicendandosi e sposandosi addentro molteplici connubi.
Gli artisti allora manifestano sul supporto mirifici componimenti, la cui euritmia è unica e endemica.
Così affrontano ignaramente la consapevolezza dell’atto del concretamento sulla materia.
Sincronicità e istanti diacronici, carezze espresse con le palme o col pennello, scelte tonali e stilistiche personali e intime… assolvono la pienezza plastica di questo EDEN universale .
L’energia maschile e femminile, la riflessione e l’intensità sposano un crescendo e digradando di diastemi tonali, che si significano, abbracciando la gamma dei blu e dei rosa.
Incontri, sovrapposizioni, individualità e comunione trovano attuazione, scivolando attraverso la personalità fuggevole, liquefatta e calma del pigmento oleoso.
Al ciglio appaiono epifanie di volti e presenze, che addivengono mutevoli manifestazioni di favolati elfi e ninfe floreali, nella delizia di un giardino, che è espressione di uno stato della coscienza, per ricongiungersi poi, nuovamente, con la presenza umana.
Le levità del dinamismo coinvolto nella composizione apre indi il sipario sulla risoluzione del sintagma esistenziale io/tu/gli altri /l’Uno: involve infatti un naturale addivenire ad un assolo universale.
L’opera “EDEN” è presente alla collettiva internazionale “ART FOR ART” , presso le Galleria Oyster, di Lahore.
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Scent Of Art, Spazio di divulgazione artistica a cura di Maria Marchese, critica d’arte.