Frammenti dell’io. Intervista a Agostino Caligiuri.
Digital artist ferrarese, Agostino Caligiuri assolve l’algoritmo dalla natura numerica, raddolcendo la severità del calcolo, attraverso le nozze di quest’ultimo col colore.
L’autore esperisce se stesso, creando sinergie tra diastemi tonali intensi, che, spesso, si mostrano come realtà contrastanti; altresì alterna continuità e morbidezza a condizioni di rigidità o, addirittura, sincopate, nella sfera segnica e compositiva, riuscendo però ad annichilare, sapientemente, la sensazione di conflitto.
Le opere appaiono come atti estetici, che manifestano una viva e inusuale euritmia…
Hai una storia molto particolare: studi informatica ed in seguito, l’arte diviene parte integrante e fondamentale della tua vita.
Raccontarmi questa parte del tuo percorso?
Mi è sempre piaciuto disegnare, ma ho capito di essere interessato all’arte, quando ho visto delle opere grafiche al computer e contemporaneamente ho scoperto le primitive del linguaggio di programmazione per la grafica. Queste primitive sono comandi, che permettono di realizzare immagini variabili al computer.
Di tale formazione porti con te gli algoritmi: in che modo questi ultimi confluiscono nel tuo lavoro?
Qualunque cosa si scriva in un linguaggio di programmazione è un algoritmo: io invento delle grafiche e poi utilizzo un algoritmo per realizzarle.
Numeri e colori, come riesci ad intersecare questi elementi tra loro?
Tramite un comando che abbina ad ogni singolo pixel (elemento d’ immagine ) dello schermo un particolare colore, identificato da tre numeri (red, green, blu).
Ciò che ti caratterizza è il forte cromatismo, del quale le tue opere sono intrise.
Come scegli le svariate combinazioni di colore?
Sono affascinato dai forti contrasti, per questo passo dal massimo al minimo per generarli.
Sei un astrattista, narri emozioni, le tue; riesci a scandagliare nella parte più intima di te. Cosa prova Agostino nel momento in cui crea?
Quali sono le sensazioni che ti contraddistinguono e che vorresti comunicare all’ osservatore?
Nel momento in cui creo, provo la soddisfazione di vedere sullo schermo la mia opera.
All’ osservatore vorrei comunicare fascino e forza; non per niente amo Caravaggio e Van Gogh.
Come ogni artista hai subito una tua evoluzione, un processo che, con ogni probabilità è ancora in corso.
Quanto sei cresciuto, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche personale?
Credo di essere cresciuto da un punto di vista tecnico, ma non personale, perché le mie paure e le mie paturnie sono sempre le stesse.
Inseguo la bellezza attraverso l’esaltante contrasto cromatico, ma finora non è riuscita a penetrare in me e a darmi pace.
Dammi una definizione di artista.
Un artista è un artigiano che riesce a campare con la propria arte.
Infine, artisticamente, hai ancora obiettivi da centrare?
Nel campo della grafica digitale, gli obiettivi sono infiniti, per cui aspettano solo di essere centrati!
Frammenti dell’io, collettiva d’arte a cura di Maria Marchese e Valeriano Venneri
Inaugurazione
Giovedì 27 Gennaio 2022 presso “QUO IMMOBILIARIA”, Calle Canalejas 13, nella città di Alicante (ES).
Chiusura
Mercoledì 27 aprile 2022.
Media partners Milano più Sociale, Art & Investments, Exit Urban Magazine.