Frammenti dell’io. Intervista a Flavia Mannucci.
Flavia Mannucci fa del colore un reale manto esistenziale: l’artista abruzzese lo accoglie e lascia che esso permei tra le trame del quotidiano, della psiche, dell’anima…
L’autrice smaterializza poi la realtà e in polverosi e onirici stati e in spazi gestuali decisi, ove il pigmento cromatico elargisce un linguaggio esaustivo e mirifico. Le opere, che toccano corde intime e sociali universali, regalano momenti di vero stupore estetico e profonda riflessione.
Chi è Flavia Mannucci?
Io, Flavia Mannucci, sono una appassionata dell’arte in genere, appassionata del bello, soprattutto della natura, dei suoi aspetti e dei suoi colori.
Nasco “pittrice” nel 2003, tardi, avrei voluto farlo prima ma, gli studi classici, la famiglia, il lavoro hanno ritardato la realizzazione di un sogno e di una grande passione.
Vieni definita colorista. Spieghiamo ai meno esperti il senso di tale aggettivo.
Vengo definita colorista, mi piace, ma chiarisco che la scelta dei colori non è mai programmata ma, a seconda del cao, impulsiva e/o intuitiva.
In “Grigio Polvere” due forze in antitesi trovano spazio.
L’opera in questione sorge a seguito del tragico evento del crollo del ponte di Genova, da te rappresentato tramite un escalation di stati d’animo e lo sguardo volto al futuro. Dramma, rinascita, speranza.
Narraci questa tua personale interpretazione.
“Grigio polvere” è una delle poche mie espressioni pittoriche in cui il colore (quasi monocolore) è limitato a poche sfumature perché avevo la necessità di esprimere l’ansia e l’angoscia di un tema tragicamente coinvolgente. Nonostante il drammatico evento spiragli di luce sono sempre presenti in chi crede nella rinascita fisica e spirituale dell’uomo.
Cosa scuote la tua anima e quali meccanismi ti inducono a trasmettere al pubblico ogni sensazione tramite la tela?
Sin dall’inizio è stata una mia “PRESUNZIONE” cercare di esprimere emozioni e stati d’animo con il “COLORE”: espressione aulica del sentire umano.
Credo sia il fine di ogni artista (di chi fa ARTE) coivolgere con i propri mezzi l’osservatore o fruitore dell’opera.
Si è pienamente appagati soltanto quando si riesce a emozionare.
Materia, segni e colore. Secondo quali modalità detti elementi interagiscono tra loro?
Materia, segni e colori interagiscono tra loro in maniera del tutto spontanea. Basta osservare la natura per renderci conto che tutti i colori, nessuno escluso, sono indispensabili e appropriatamente utilizzati a seconda del caso e recepiti e seconda dello stato d’animo di chi osserva.
Utilizzi toni che generano riflessioni in coloro che osservano. Come si origina detta potenza?
Confermando quanto detto prima, la scelta dei colori e il loro utilizzo mi viene in maniera spontanea. Solo quando mi sento del tutto appagata, allora, ritengo l’opera compiuta.
Infine ti chiedo: travolgere il pubblico per mezzo della componente emotiva è un’ esigenza dell’artista?
Certamente, obiettivo di ogni artista è colpire al cuore, dare brividi, emozionare…… che senso avrebbe altrimenti l’ARTE?
Frammenti dell’io, collettiva d’arte a cura di Maria Marchese e Valeriano Venneri
Inaugurazione
Giovedì 27 Gennaio 2022 presso “QUO IMMOBILIARIA”, Calle Canalejas 13, nella città di Alicante (ES).
Chiusura
Mercoledì 27 aprile 2022.
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