Skip to main content
Milano più sociale. Periodico di informazione online

Frammenti dell’io.Intervista Delta Na.

| Mara Cozzoli |

L’opera come sinossi di coesione totale, in chiave rivisitata…
Laddove i tempi non coincidono, i tratti nemmeno, le intuizioni partono da presupposti totalmente intimi e personali, così come l’attuazione di queste ultime, sotto ogni profilo… e tutto sembra lasciar presagire l’idea della disarmonia, nasce, all’opposto, l’euritmia di un perfetto sodalizio artistico e umano.
Le opere del duo astigiano DELTA NA esprimono, alfine, la risoluzione di percorrenze diverse, che coesistono, in maniera naturale, nel medesimo spazio esperienziale, addivenendo un mirabile assolo.
Così, ogni loro espressione si manifesta come equilibrato e mirabile raggiungimento, in cui azione, segno, colore, materia, pensiero e emozione si fondono, alchemicamente, per far ritorno all’Uno originario, presente e lungimirante.
La verità dei riferimenti sensoriali si perde, per lasciare posto a conoscenze, odorose di inusuali e inesplorate terre.

Delta N.A. una coppia e un nome d’arte alquanto insolito.
Presentatevi e entriamo nel merito di questa vostra scelta di lavorare in due.

Il nostro mondo rimane, anche se sembra un concetto superato, un luogo estremamente maschilista. La cooperazione tra uomo e donna, l’accettazione delle differenti visioni del mondo e la scelta di privilegiare una visione più ampia della realtà a discapito del proprio io rimangono concetti prettamente utopici.
Per noi è stato naturale. Siamo diventati artisti insieme, dipingendo uno accanto all’altra e lasciando spazio alla curiosità di scoprire una percezione del mondo multifocale in cui s’integravano i nostri individuali punti di vista. Dipingevamo quindi tele divise a metà, una parte io una parte il mio partner, nell’attesa di stupirci davanti al risultato; abbiamo fatto molti ritratti su commissione così, poi un giorno un collezionista ci ha chiesto una tela molto grande e dato il tempo ristretto a disposizione, abbiamo deciso di provare a dipingerla insieme, buttandoci senza regole né limiti e soprattutto senza un soggetto predefinito che potesse contenere la nostra espressione. Dopo quella prima sperimentazione di pittura in tandem, non abbiamo mai più smesso di esplorare le potenzialità del lavoro all’unisono, nonostante i tentativi di scoraggiamento che arrivavano, tra commenti sarcastici e velate maledizioni sul nostro legame di coppia, dal mondo dell’arte.
Sembrava quasi che la nostra unicità, realizzata nell’essere insieme nell’atto creativo, stesse per qualche ragione scheggiando un tabù, ma è stata proprio questa diffidenza a permetterci di capire quanto fosse importante il messaggio di amore e rispetto che stavamo emettendo.
I nostri vagabondaggi in giro per il mondo sono stati il veicolo attraverso il quale abbiamo esplorato non solo luoghi e culture differenti, ma anche noi stessi, i nostri limiti, le nostre false certezze; viaggiare ha aperto in noi porte di cui non conoscevamo l’esistenza e ci ha sospinti verso una maggiore fluidità permettendoci così di affinare la nostra interazione artistica sino a quando finalmente abbiamo agganciato un linguaggio unico e armonioso di forme e colori.
Lo studio dell’espressionismo astratto in USA e della street art a Los Angeles e in Messico ci hanno fatto spalancare gli occhi sull’impatto emozionale del colore; così per diverso tempo abbiamo dipinto a mani nude, direttamente sulla tela, per sentire attraverso la pelle il significato di ogni colore e diventare noi stessi parte del colore. In quel periodo un curatore messicano ci fece esporre in Baja California definendo il nostro stile espressionismo istintivo. La nostra ricerca è poi continuata in una continua oscillazione tra espressionismo astratto con la sua totale mancanza di confini all’espressione figurativa in cui forme e sentimenti raccoglievano ogni sensazione; dopo anni di ricerca abbiamo trovato un modo espressivo che raccoglie e unisce la libertà astratta all’intensità di significato del disegno.
Il nostro nome invece è nato a Los Angeles. Quando abbiamo iniziato questo viaggio artistico, ci siamo resi conto che non sapevamo nulla di noi stessi e del mondo, così abbiamo deciso di partire zaino in spalla, visitando luoghi che sentivamo istintivamente interessanti. Il nostro viaggio è durato molti anni e in qualche modo abbiamo esplorato le nostre anime e abbiamo trovato la nostra originalità. Culture diverse, situazioni inaspettate e la libertà di osservare noi stessi e un mondo molto lontano da quello a cui eravamo abituati ci hanno dato l’opportunità unica di sviluppare la nostra personalità e le nostre abilità e di permettere alla nostra mente di aprirsi all’ignoto. Abbiamo iniziato a prendere sul serio tutti i messaggi e le intuizioni provenienti dai nostri sogni o da chiari segni che coglievamo durante il giorno. Seguivamo una sorta di energia che ci guidava anche in tempi difficili. Stavamo seguendo il flusso, fidandoci del destino immersi in una sensazione allo stesso tempo confortante e strabiliante; quando abbiamo avuto l’occasione di mostrare la nostra arte a Los Angeles abbiamo deciso che era il momento di trovare un nome d’arte e abbiamo pensato, dato che la fede nel destino era diventato il nostro stile di vita, di rendergli omaggio. 
Ecco perché abbiamo scelto Delta N.A.: delta, che nell’alfabeto greco indica la lettera “D” e quando è maiuscola ha la forma di un triangolo, sta per l’iniziale della parola Destino, la forza che ci ha uniti e ci tiene al sicuro sul sentiero dell’arte; “N” e “A” sono le iniziali dei nostri nomi: Neva e Alessandro.



Quali sono (sempre che ve ne siano) le maggiori difficoltà nel collimare un’opera eseguita a quattro mani?

Ora non ce ne sono più, ma è stato molto difficile arrivare al punto di integrarsi completamente sia nello stile espressivo che nei contenuti. La chiave di tutto è stata la scelta di accettare la libertà espressiva reciproca, permettendoci ad esempio di sconvolgere il lavoro dell’altro introducendo nuove forme e nuovi significati, così da lasciare l’opera libera di crescere e maturare. Se questo flusso di reinterpretazione si blocca allora si blocca l’arte.

In che modo riuscite a sviluppare, poi, su tela l’intuizione che, con ogni probabilità, è partorita da una sola parte?

Non c’è una vera e propria intuizione, non sappiamo quello che stiamo andando a dipingere fino a quando sentiamo che è il momento di iniziare a disegnare e il processo di lavoro in due contemporaneamente aiuta ad aprire la nostra mente, così passo dopo passo sempre più figure si rivelano, più emozioni ci colpiscono, i colori prendono il sopravvento ed il processo creativo porta alla luce il senso dell’opera. Ci piace sottolineare che il significato delle nostre opere è sempre solo parzialmente chiaro anche a noi e si evolve fino all’ultimo minuto.

“Evoluzione”, sostantivo femminile che prende vita in ogni vostra tela…
Secondo quali regole tecniche riuscite a trasmettere quest’effetto?

Siamo felici che tu l’abbia notato! Nella libertà c’è evoluzione e poiché come esseri vivi e dinamici respiriamo e ci trasformiamo costantemente anche nell’arte riflettiamo questo cambiamento costante.
Ogni opera deve trasmettere un senso di movimento, come lo scorrere di un fiume inarrestabile dove ogni emozione ed ogni azione sono inevitabilmente solo una piccola frazione percepibile del trascorrere e dove la trasformazione diventa l’essenza stessa dell’esistenza. Proprio basandoci su questo modo di concepire la vita, realizziamo che il tempo non esiste nella sua concezione lineare di passato, presente e futuro collocati in successione, ma viene meglio descritto come una compresenza di attimi alcuni dei quali già consapevoli altri ancora avvolti nella nebbia che rappresentiamo grazie alla sovrapposizione di immagini che si intersecano utilizzando la tecnica delle velature.

Rendere vivi i colori dell’animo umano e permettere alla componente emotiva di esplodere sono vostri tratti distintivi.
Da cosa nasce questo processo? Qual è il primo passo per giungervi?

Il primo passo è lasciare che le emozioni si accendano dentro di noi, accettando che siamo esseri vivi e palpitanti; il colore poi avvolge ogni cosa, e fa brillare ogni sensazione di entusiasmo e gioia. Bloccare le emozioni dando credito alla rigidità limitata del pensiero è il modo più sicuro per vivere una vita vuota ed infelice e produrre arte deprimente…

Parliamo di “Eden” opera nel quale poesia e arti figurative  con estrema delicatezza vanno a fondersi nell’unicità dell’atto creativo.

È stato un quadro piuttosto complesso da realizzare poichè ha cambiato atmosfera e forma molte volte prima di rivelarsi. Solo alla fine abbiamo capito che parlava d’amore e di sogni e che la cornice della natura selvaggia rendeva ovattato e morbido il sussurro dei sentimenti raccontandoli nell’inebriante silenzio della notte.


Le vostre mani appaiono dialogare con la tela raccontando e intersecando tra loro ciò che è visibile da quanto non lo è, e dunque semplicemente si percepisce…

Dipingere è ascoltare e raccontare qualcosa di maestoso e profondo che fluisce in noi. Lo sappiamo intuire come un sussurro che cattura la nostra attenzione, poi segno dopo segno, colore dopo colore si fa strada diventando un flusso potente ed indiscutibile che guida le nostre mani.

Infine vi chiedo, ogni differente sfumatura, può equivalere al mutare delle emozioni?

Al mutare d’intensità delle emozioni.
Culturalmente siamo cresciuti nel mito della stabilità emotiva intesa quasi come imperturbabilità e durezza, una corazza che protegge dal dolore e dalla gioia rendendoci schiavi della mente, ma è nelle emozioni che è riposta l’essenza della vita. Le emozioni ci aiutano a distinguere il bene dal male, la luce dalle ombre, ed è proprio nella capacità di percepire e seguire il loro melodioso modularsi che troviamo la forza di rivelarci come persone sensibili e forti in grado di resistere ad ogni tempesta. Per questo abbiamo per anni cercato di trasmettere emozioni lavorando solo sulle sfumature, in una serie di opere chiamate “Armonie” che sono state esposte tra le altre mostre anche in Francia presso la galleria Beddington fine art in collaborazione con CATM New York nel 2015.

Frammenti dell’io, collettiva d’arte a cura di Maria Marchese e Valeriano Venneri

Inaugurazione

Giovedì 27 Gennaio 2022 presso “QUO IMMOBILIARIA”, Calle Canalejas 13, nella città di Alicante (ES).

Chiusura

Mercoledì 27 aprile 2022.

Media partner Milano più Sociale


Mara Cozzoli

Leggi tutti gli articoli