Rossoporpora, Davide con la testa di Golia.
“Applicarsi a cogliere le lacune dell’essere, correre alla propria rovina per eccesso di lucidità, crollare e perdersi non sono privilegi da anemici; le nature forti, se solo entrano in conflitto con se stesse, sono più delle altre in grado di patirne; ci mettono anzi tutta la loro foga, tutta la loro frenesia; e sono anche quelle che subiscono crisi nelle quali è da vedere una punizione, giacché non è normale che consacrino la loro energia a divorarsi”.
Emil Cioran, La caduta nel tempo, 1964
Quello del Digital Artist & Graphic Design Rossoporpora è uno sguardo pop che volge al futuro, un enigmatico piglio, il suo, volto a esprimere, per chiunque lo sappia cogliere, l’espressione di un sentimento.
Nella trasposizione figurativa che egli pone in essere di “Davide con la testa di Golia”, generata dall’indiscusso genio di Caravaggio , ciò che emerge, come conseguenza dell’instinutale uso del colore, è un disperato e animico tormento, il quale, a sua volta, sfocia in presa di coscienza, senso di colpa e inquietante punizione.
Il volto di Davide, il cui pallore è caratterizzato non solo dalla triplice scelta cromatica comprendente verde, rosa e grigio estesi, successivamente, anche alla nudità del corpo, ma da diastemi poligonali ad indicare la consapevole frattura interiore.
La testa mozzata di Golia si innalza a simbolo della chiusura di un devastante ciclo: la colpa di fallimenti ed errori passati è così espiata e, quel sangue che scorre via, caldo, avvolgente e sconvolgente quanto l’espressione facciale dello stesso, tutto cancella.
Infine, lo scontro tra colori caldi e freddi corrobora l’eterno dualismo insito nell’animo umano.
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