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“ISIS” ARTURO BOSETTI

| Maria Marchese |

Arturo Bosetti contamina il bianco suolo, perché prenda corpo: lo ammanta con un “assolo” di polvere e acqua, sicché la sensatezza di un globo terraqueo, con le proprie rudi “pieghe” , conferisca, al ciglio, la veridicità di una concreta realtà umana. ISIS, ivi, si risolve… Affinché ciò accada, l’autore modenese sembra, però, rubare l’irrequietezza di un’onda, che si frange contro la sabbia, mossa da ventosi capricci, oppure, pare appropriarsi del turbamento delle nuvole, allorché quegli stessi inquieti pensieri le disturbano, mentre il piano cilestrino assiste, immortale.

Mescida, poi, la vaporosa essenza di frantumati pigmenti, con la liquefatta fuggevolezza dell’olio o dell’albume, e essi mutano, indi, in corposo e informe “inchiostro” colorato: da lì, il Maestro attinge, per inostrare la pienezza delle sue intuizioni.

“Irragionevole è quella ragione la quale pretende di negare tutto quanto non riesce ad intendere. “

                         Arturo Graf

Sulla tela, quindi, Arturo Bosetti afferma, senza alcun indugio, “ratio e irrationabilitas” della guerra…

Risolve, allora, un viluppo, liberando, ad uno ad uno, la presenza di singoli guerrieri, che, da sempre, scandiscono i feroci istanti delle battaglie.

ISIS appare al ciglio con la cupidigia, con cui uno sparo fende l’aria; Arturo Bosetti ne sottolinea, quindi, una possanza, capace di trapassare tempi e suoli.

I versi di questa icastica poesia raccontano, dapprima, la loro radice razionale; è, infatti, all’intenso blu, che l’autore attribuisce la fermezza della pianificazione, degli intenti e delle volizioni. Via via, invero, imporpora quelle trame: l’ode alla follia, allora, assume ebbri e vinosi umori, per, poi, “impazzire” , avvinta da inostrati passi, che digradano, infine, in aranciate vampe e in fulgore.

Con un sottile stelo ligneo, l’artista persuade i soldati a mostrare il loro volto: in una vorticosa rivelazione cromatica, allora, ammiccano “pungenti” presenze; il pittore li scaglia, come affilati strali, pronti a manifestare il loro “credo” .

Sono, questi ultimi, lancette, che hanno “ferito” , con i medesimi atteggiamenti inumani, interminabili ore, insanguinandole.

Maria Marchese

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