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Andrea Grieco, “Sylph”.

| Mara Cozzoli |

Una donna dalla pelle diafana, quasi trasparente, diviene oggetto dell’opera di Andrea Grieco.
“Sylph”, il cui sguardo coperto da una maschera che assume le sembianze di un cimiero lancia un silente urlo al proprio  fruitore, al fine di trasmettervi la sua fragile intimità.
“Femmineo core” come scrisse Giacomo Leopardi, il cui presente ricerca fortemente l’invisibilità per sfuggire, in tal modo, a ciò che sente opprimerlo ma che, parimenti, vuole questa sua invisibilità sia vista.
Regina di un mondo che la vede guerriera, è proprio di quell’armatura che vuole spogliarsi, una corazza che acquista le fattezze di un abito dal nero colore a richiamare la notte, un peso, dal quale sottrarsi sembra impossibile.
Sono quelle ali poste all’altezza del capo a rivelarne la natura conflittuale, un dissidio, dunque, alla ricerca di un reale equilibrio.



Mara Cozzoli

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