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La Musica come strumento terapeutico.

| I Bellottiani |

Ascoltare e produrre musica comporta benefici tanto alla salute mentale, quanto a quella fisica, è difatti dimostrato che le note stimolano il sistema immunitario e riducono il livello di stress.
Già Platone e Aristotele nell’antica Grecia parlavano delle potenzialità terapeutiche di essa, la cui importanza era, ad esempio, avallata dal fatto che il Dio Apollo rappresentava una duplice divinità: Musica e Medicina.
Ad oggi, singoli componimenti possono curare numerose patologie, dalla neurologia all’oncologia, 
stiamo parlando, dunque, di un’attività complessa legata alle funzioni cognitive superiori dell’uomo.
Numerosi studi dimostrano quanto la musica abbia potere terapeutico; è utilizzata contro i disturbi dell’umore e psichici, depressione, e sindromi cliniche.

L’utilizzo di uno strumento, oltre ad essere buon esercizio muscolare è anche un’ottima terapia riabilitativa per pazienti che hanno subito lesioni motorie. 

La pratica musicale, sia sotto forma di hobby che di musicoterapia costituisce un metodo per rinforzare la riserva cognitiva, cioè tutte quelle funzioni cerebrali che, in età avanzata, contrastano il progredire della demenza senile. 
Si sono notati dei benefici anche a livello cardiocircolatorio, respiratorio e ormonale, in particolare in, quest’ultimo caso si è avuto un aumento delle endorfine. 
È stato, inoltre, analizzato che i bambini che frequentano le lezioni di musica presentano una crescita superiore del quoziente intellettivo, rispetto ad altre attività extra-scolastiche.
Studiosi hanno, infine, tra music medicine e music therapy.
Nel primo caso un medico fa ascoltare al proprio paziente della musica pre-registrata, nella musicoterapia invece si instaura un rapporto tra musicoterapeuta e paziente con intervento attivo di entrambi anche per mezzo di semplici strumenti musicali. In entrambi i casi è importante partire dalle singole individualità e preferenze personali.
Si può, dunque, concludere che la musica è equiparabile e associabile ad altre attività terapeutiche.

Hanno collaborato alla stesura del testo Chiara Villa e Tamara Rosaria Sozzi, educatrici presso “CDD Belotti Pensa“

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