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Giorno della Memoria: la Storia che non deve essere dimenticata.

Il 27 gennaio 1945 si aprirono i cancelli di Auschwitz

Il 27 gennaio scorso si è celebrato il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale per commemorare le vittime dell’Olocausto. Tale data è stata identificata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 1° novembre 2005, in quanto in quello stesso giorno del 1945, l’Armata Russa liberò il campo di concentramento di Auschwitz.

La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l’orrore del genocidio nazista e mostrò anche strumenti di tortura e annientamento utilizzati in quel llager nazista.

L’Italia ha formalmente istituito la giornata commemorativa, nello stesso giorno, alcuni anni prima della corrispondente risoluzione delle Nazioni Unite: essa ricorda le vittime dell’Olocausto, delle leggi razziali e coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere i perseguitati ebrei, nonché tutti i deportati militari e politici nella Germania nazista.

Già prima dell’ufficializzazione, in Italia si era formalmente istituita la giornata commemorativa nello stesso giorno indicato poi successivamente dalle Nazioni Unite; prima che venne definito il disegno di legge, si era discusso su altre date per la celebrazione della Shoah: oltre al 27 gennaio, si proposero il 16 ottobre, giorno del rastrellamento del ghetto di Roma, e il 5 maggio, giorno dell’anniversario della liberazione di Mauthausen. Infine, anche in ragione della portata evocativa che Auschwitz da anni rappresentava per tutta l’Europa, si è optato per adottare il giorno della sua liberazione, avvenuta il 27 gennaio.

Con il termine Olocausto, si indica l’azione di eliminazione sistematica e dello sterminio di tutte le quelle persone ritenute, dalla Germania nazista e dai suoi alleati, “inferiori” per motivi politici o razziali. Le categorie che i nazisti colpirono furono gli ebrei d’Europa, le popolazioni slave, prigionieri politici, rom, sinti e jenish, Testimoni di Geova, pentecostali, omosessuali e persone con disabilità mentale e/o fisica.

Tra il 1933 e il 1945 le vittime furono circa 15-17 milioni , di entrambi i sessi e di tutte le età, tra cui 6 milioni di ebrei.

L’Olocausto, in quanto genocidio degli ebrei, è identificato più correttamente con il termine Shoah.

Ciò a cui la Germania nazista diede inizio nel 1933 era una vera e propria macchina di morte, un complesso sistema amministrativo, burocratico e militare che, con il tempo, si sviluppo fino a diventare un sistema di segregazione e successivamente di sterminio fisico, che ricorreva a strutture di concentramento e annientamento appositamente predisposte per attuare la ormai tristemente conosciuta “soluzione finale della questione ebraica”, la quale portò all’eliminazione di circa due terzi degli ebrei d’Europa, in un numero di circa 6 milioni di persone di religione ebraica.

A questi 6 milioni di ebrei, si devono aggiungere anche tutte le altre categorie ritenute “indesiderabili” che per mano dei nazisti hanno trovato la morte: se ne contano in un numero di circa 15-17 milioni di persone.

Ha collaborato alla realizzazione dell’articolo Chiara Villa, educatrice presso “ CDD Belotti Pensa“

I Bellottiani

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