Cosa si cela dietro il maltrattamento degli anziani?
Le persone ospitate nelle case di riposo sono individui le cui svariate fragilità sono dovute a declino psicologico, fisico e perdite sociali, ai quali va ad aggiungersi un ultimo aspetto legato alla perdita del ruolo lavorativo dovuto al pensionamento.
L’assenza di un impiego, nella vita di ognuno di noi, porta ad una forzata inattività con relativa esclusione dall’utilità della vita all’interno della società.
Le conseguenze possono essere: depressione, angoscia, vissuti negativi, stati di disagio e solitudine.
I nostri anziani, divengono, dunque incapaci di gestire la propria quotidianità e, tali motivi, rendono necessario il ricovero in struttura protetta.
La cronaca ci ha, ormai, abituato a frequenti episodi di maltrattamento, senza considerare le condizioni in cui sono costretti a lavorare gli operatori socio-sanitari, di frequente, in numero esiguo rispetto alle reali necessità dell’utenza.
Il carico di mansioni svolto da questi ultimi diventa logorante dal punto di vista psico-fisico.
Occorre ricordare che l’anziano è, innanzitutto, una persona con la sua individualità e conseguente bisogno di ascolto empatico.
La vessazione non è solo di natura fisica, ma anche di carattere psicologico, ne sono esempi le umiliazioni provate non sentendosi ascoltati o seguiti con le dovute attenzioni.
Sicuramente, dette situazioni si potrebbero risolvere implementando e selezionando con maggior rigore l’organico da assumere.
É esatto dire che nel lavoro in RSA servono tatto, delicatezza e umanità, ma è altrettanto vero che innanzi alle patologie talvolta gravi del malato (demenza senile, ripetitività), diventa difficoltoso non utilizzare quale strategia di gestione “ignorarne le richieste“, al fine di preservare la propria integrità mentale.
Siamo dell’idea che, i direttori a capo di queste grandi strutture, dovrebbero investire meno in marketing e pubblicità e maggiormente su professionisti qualificati per poter rendere dignitoso il soggiorno dell’ospite nei vari “complessi residenziali“.