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Nero Lavanda. Diego Gambini

| Mara Cozzoli |

Scorre veloce la mano del poeta, avvolto dall’inebriante volontà di aprirsi al mondo, giungendo, in tal modo, a veicolare il lettore all’interno del turbinio psichico.
Dolore, tormento e conflittualità è quanto emerge dalla nuova raccolta poetica del giovane emergente Diego Gambini.
L’amore, quel sentimento innanzi al quale ognuno di noi manifesta le proprie fragilità, viene presentato nella duplice componente fisica ed emotiva, piombando nell’impeto di una dipendenza che, nel momento in cui affoga nell’insoddisfazione, genera una lenta caduta nell’oblio della vita.
Una passione all’apparenza salvifica prende voce attraverso travolgenti versi che, come uno scatto fotografico,  immortalano un febbricitante stadio il cui percorso termina nel frastuono dell’instabilità.
Al centro l’essere femmineo, la Musa ispiratrice dai grandi occhi color inchiostro in grado di catturare corpo e mente, salvo poi fuggire, esule naufraga delle proprie paure, del proprio vissuto e delle proprie menzogne.
Vittima e carnefice allo stesso tempo, la donna, fluttua leggera nel circolo vizioso della propria esistenza.
“Nero Lavanda“  a indicare l’indelebile dualismo appartenente all’individuo.
“Nero Lavanda“   perché a prevalere, infine, è il caos interstellare al quale sembra non esserci rimedio.

Nero Lavanda, di Diego Gambini.
Edito Scrivere Poesia

Mara Cozzoli

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