Sessualità e Identità di Genere nel Malato Oncologico
l Convegno che si svolgerà il giorno 8 Settembre 2023 ad Ancona, organizzato dalla Società Italiana di Psiconcologia – SIPO – sezione Marche, dal titolo “Sessualità e Identità di Genere nel Malato Oncologico” si propone di dare uno spazio di incontro, confronto e riflessioni interdisciplinare e interprofessionale verso questo ambito vitale dell’individuo.
S parlerà di Sessualità, Identità di Genere, e delle conseguenze psicologiche e relazionali del genere sessuale maschile e femminile nelle diverse fasi del ciclo vitale, cosi come si darà uno spazio di riflessione, di attuale rilevanza, ai fattori di rischio oncologico nella popolazione Transgender. Si prenderà in considerazione settori diversi della variabilità individuale sessuale, da cui segue la necessità di avere professionisti capaci di sapere affrontare e gestire in modo specifico ambiti diversi, e saper rispondere ai bisogni di assistenza, di cura e di sostegno psicologico.
Vorrei fare un accenno storico della Psico-Oncologia. La prospettiva psico-sociale in Oncologia si è sviluppata attorno gli anni ’50 negli Stati Uniti, quando si costituiscono le prime associazioni di pazienti laringectomizzati, colostomizzati, e di donne operate al seno. Il primo Servizio autonomo finalizzato all’ assistenza psicologica di pazienti affetti da cancro viene attivato presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York.
In Europa l’approccio psico-sociale giungerà attorno gli anni ’70, quando si diventa sempre più consapevoli delle aumentate possibilità di cura del tumore e del numero sempre maggiore di persone che sopravvivono alla malattia e accettano di parlare della loro esperienza.
In Italia, nel 1985, viene fondata la Società Italiana di Psico-Oncologia – S.I.P.O.
Questa disciplina si pone come interfaccia tra Oncologia e Psicologia/Psichiatria ed analizza in un’ottica transculturale specifiche e significative dimensioni legate al tumore:
a) l’impatto psicologico e sociale della malattia sul paziente, sulla famiglia e sull’equipe curante
b) Il ruolo dei fattori psicologici e comportamentali nella prevenzione, diagnosi e cura del tumore.
La sessualità è un aspetto centrale della vita e dell’identità di ognuno ed è un importante indicatore di benessere individuale psichico, fisico e sociale.
Una diagnosi di cancro altera la vita sessuale nella quasi totalità dei pazienti, come avviene per ogni specie vivente che si trova a lottare per la sopravvivenza.
L’impatto del tumore sulla sessualità è diverso per ciascuno e dipende dall’interazione di vari fattori: il vissuto e qualità della propria sessualità prima della malattia, il tipo di cancro e di trattamenti cui si è sottoposti, la prognosi, l’età anagrafica, il genere sessuale, l’esistenza o meno di una relazione di coppia, la qualità della relazione di coppia.
Soprattutto nelle patologie neoplastiche della sfera genitale, le problematiche della sfera sessuale possono rivestire un ruolo determinante sulla Qualità di vita e sull’ intimità affettiva della persona.
Determinante che qualora la persona ravvisa difficoltà della sfera sessuale, riesca a chiedere un aiuto concreto al medico di riferimento, e/o allo specialista e avvalersi anche di un supporto psicologico. A volte l’imbarazzo di parlare di intimità, credere che non sia qualcosa di importante cui poter essere ascoltati, può contribuire ad aumentare i livelli di stress e stati ansiosi della persona che la malattia comunque determina.
Anche il partner, qualora è presente, potrebbe aver bisogno di essere aiutato a sapere come stare accanto all’altro, evitando di essere confinato al solo ruolo assistenziale. Essere in grado di poter manifestare partecipazione affettiva, attenuare possibili timori di provocare dolore al contatto fisico, diminuire probabili comportamenti di critica e ostilità, permettono di affrontare insieme la crisi che può rinsaldare il legame.
Il modo in cui il partner reagisce alla malattia dipende dalla natura della sua relazione intima con il/ la paziente.
In questi ultimi anni studi e ricerche soprattutto di ricercatori italiani in ambito oncologico sulle differenze di Identità di genere segnalano la necessità di strategie efficaci per migliorare l’assistenza a persone transgender e gender non conforming.
Nell’ottica di una umanizzazione della Medicina e delle cure che pone al centro dell’attenzione la persona e non la malattia, appare imprescindibile considerare la varietà e specificità individuale che come tale ha bisogno di interventi e cure personalizzate.
Fondamentale considerare lo sviluppo della persona secondo un modello bio-psico-sociale, (Engel ,1977) e quindi anche la malattia concepita come un fenomeno olistico, in cui diversi fattori – fisici, , psicologici, sociali e relazionali – possono influenzare la modalità di espressione della stessa.
Di certo la prevenzione primaria, secondaria e terziaria, nonché l’adesione allo screening rappresentano gli strumenti di monitoraggio dello stato di salute della persona e come tale tutti gli individui, indipendentemente dal sesso, orientamento sessuale, identità di genere hanno il diritto di essere accolti, trattati e curati da professionisti sanitari, specificatamente formati in questa vasta area, vitale, complessa e dinamica dell’essere umano.