Piccoli Ricercatori Fotografano. La fotografia terapeutica approda in cardiochirurgia pediatrica.
In occasione del mese dedicato alle cardiopatie congenite GSD Foundation ETS, la fondazione non profit del Gruppo San Donato, con la collaborazione della dottoressa Alessia Spina, esperta di fotografia terapeutica della Direzione scientifica dell’IRCCS Policlinico San Donato e della dottoressa Giovanna Campioni, coordinatrice nazionale di AICCA Onlus (Associazione Italiana Cardiopatici Congeniti bambini e Adulti) ha organizzato presso il reparto di Cardiochirurgia pediatrica dell’IRCCS Policlinico San Donato, l’iniziativa “Piccoli ricercatori fotografano”.
L’evento, svoltosi lo scorso 27 Febbraio, ha avuto come protagonisti i bimbi ricoverati del reparto di cardiochirurgia che hanno avuto, in tal modo, l’occasione di apprendere, sperimentare e sviluppare competenze cognitive, emotive, comportamentali e socio-affettive, attraverso la fotografia e la creatività.
“L’esperienza è stata emotivamente molto intensa e travolgente“ spiega Alessia Spina “Lavorare con la curiosità e lo stupore dei bambini offre la possibilità di un ritorno incondizionato alla genuinità del momento presente da viversi con un’attenzione focalizzata alle sensazioni e alle emozioni, spesso oscurate e dominate da pensieri razionalizzanti in noi adulti. L’iniziativa invita, dapprima, i bambini del reparto ad agire e mettere in scena il ruolo di “giovanissimi ricercatori” come partecipanti attivi e protagonisti di un momento dedicato. I piccoli vengono introdotti al concetto di ricerca scientifica come curiosità per l’esplorazione del mondo e come supporto per la salute dell’individuo e vengono, poi, invitati a scegliere di interpretare il ruolo di medico, infermiere, ricercatore di laboratorio o psicologo per mettere in campo imitazione e personificazione. Il Gioco Simbolico, che compare dal 2° anno di vita, si basa sul “far finta di” ed “agire come se”, aiuta a sviluppare la capacità rappresentativa ed è fondamentale nello sviluppo del senso ludico e creativo, precursori di empatia, flessibilità e umorismo. Inoltre, lo spazio del gioco collaborativo tra i “piccoli ricercatori” diventa anche teatro di un importante momento di condivisione e scambio“.
Il fulcro di questo progetto risiede però nell’attività di fotografia terapeutica…
Esatto, dopo aver svolto l’attività sopra descritta i bambini vengono stimolati al fine di agire la propria creatività attraverso un esperimento fotografico con fotocamera istantanea Polaroid tramite l’assegnazione di alcuni compiti: “Ricerchiamo con gli occhi qualcosa che vogliamo fotografare e… catturiamola!”.
Una vera e propria magia per i partecipanti che, per la prima volta, vedono un’immagine prendere forma tra le loro mani come in un vero e proprio esperimento da laboratorio.
Colori ed emozioni riempiono la sala giochi del reparto in un baleno e i giovani fotografi procedono alla realizzazione di un lavoro di gruppo selezionando un’immagine preferita tra quelle scattate e attaccandola ad un cartellone sul quale fanno anche un disegno libero per un collage-reportage collettivo dell’esperienza.
In quest’ambito, qual è funzione dello strumento fotografico?
La fotografia consente di bypassare i sistemi di controllo verbale conscio e allo stesso tempo permette al linguaggio inconscio, simbolico e non verbale di emergere.
Funziona come un attivatore e fa da ponte immediato e non mediato da difese cognitive, quali negazioni e razionalizzazioni, per l’espressione di emozioni e sentimenti. Sappiamo che il cervello emotivo influenza il cervello razionale, ma non è sempre vero il contrario. Le componenti razionali possono regolare solo parzialmente le emozioni, che producono invece effetti importanti sulla componente cosciente.
Da qualche anno la fotografia viene finalmente utilizzata a supporto dell’intervento clinico nel contesto psicosociale e psicoterapeutico grazie alla diffusione del pensiero di Judy Weiser e delle sue Photherapy Techniques.
Rimane, però, inesplorato il suo utilizzo in ambito sanitario-ospedaliero, dove penso che possa essere un importante ausilio anche per i pazienti con patologie organiche. È noto che lo stress influisce sul benessere psicofisico in generale e, nello specifico, sul recupero fisiologico post-intervento chirurgico.
La fotografia è un potente mezzo per l’espressione delle emozioni, che aiuta lo scioglimento di tensioni, paure e ansie intrappolate da parole che non sono sufficienti. Per questo motivo, sono molto utili nell’elaborazione di un trauma o un lutto, e nella narrazione di un percorso doloroso che può segnare un punto di rottura, come quello di degenza ospedaliera, creando il terreno fertile per una risignificazione del vissuto.
In che modo incide sulla manifestazione della componente emotiva e come coadiuva allo sviluppo cognitivo del bambino?
I bambini con cui abbiamo svolto l’attività sono in età prescolare.
In questa fase di sviluppo psicologico, le emozioni svolgono un’importante funzione comunicativa, e abbiamo visto come la fotografia sia facilitatrice nell’espressione e nell’elaborazione delle stesse. La stampa istantanea delle foto, grazie all’utilizzo della Polaroid, offre un valore aggiunto all’esperienza in quanto i bambini possono dare forma alle loro emozioni, portandole fuori e osservandole come oggetti. Un’esperienza percettiva piena che coinvolge tutti i sensi.
Insieme al disegno, la fotografia favorisce la costruzione identitaria lasciando un segno e definendo una traccia. I bambini del reparto di cardiochirurgia vengono sottoposti a interventi chirurgici complessi e sono sradicati dalla loro quotidianità. Così, le attività di arte-terapia supportano nel recupero fisiologico e psicologico, rammentando ai piccoli che sono ancora partecipanti attivi, hanno potere trasformativo sulla realtà e possono ancora divertirsi.
Dal punto di vista cognitivo, i bambini hanno bisogno di allenare la creatività e il pensiero divergente, che favoriscono i processi di apprendimento e sviluppo delle funzioni cerebrali.
Una fotocamera li aiuta ad esplorare il mondo con curiosità e a raccontare il proprio punto di vista, per meglio accedere alla realtà, esterna e interna.
È, inoltre, utile ai grandi per capire come i piccoli guardano il mondo.
Infine, nel nostro reparto di cardiochirurgia pediatrica accogliamo bambini di ampia provenienza internazionale. La fotografia funge da mediatore efficace nella gestione degli aspetti linguistici e culturali tra bambini di diversa provenienza e tra bambini e operatori sanitari.
Gioco e fotografia si tengono per mano e contribuiscono alla cura, all’apprendimento, all’esplorazione di sé e al divertimento.