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Norina. Greta Podestà

| Mara Cozzoli |

Donizetti e il suo “Don Pasquale”, opera lirica, dunque.
Una donna, Norina, al vertice di tutto e Greta Podestà costumista, molto studiosa e un po’ visionaria che, attraverso una serie di dipinti, narra al fruitore la personalità del personaggio femminile protagonista della già citata opera.
Ne risulta un’analisi attenta, fine e razionale condotta attraverso la psicologia del colore che, contestualizzato alla scena immortalata, si riversa sull’abbigliamento, silente prosatore.
Quanto emerge è una giovane, ferma nelle sue convinzioni, noncurante delle convenzioni sociali capace, con astuzia e intelligenza, di porre in essere una serie di adattamenti/trasformazioni che non possono non saltare all’occhio dell’attento osservatore.

Norina Atto Primo.

La protagonista è raffigurata di spalle, la postura fa presupporre che sia in attesa di qualcuno, qualcuno che conosce, con cui è in confidenza.
Il profilo del volto e il braccio sul fianco evidenziano il carattere deciso.
Bustino rosa e pantaloncini dello stesso colore sono indice di sicurezza nei propri mezzi.
Vestaglia trasparente, capelli raccolti in parte con uno chignon in parte raccolti in trecce rappresentano l’evoluzione di una libera femminilità, la purezza dell’azione, il desiderio di libertà rispetto alla tradizione.

Norina Atto I. Acrilico su tela, plastica, perline, 84×71

Norina Atto Secondo

Un inganno, una sorta di furto d’identità.
Norina si traveste da Sofronia appena uscita dal convento.
Abbigliamento casto, grigio rivelatore di timidezza, chiusura e sudditanza, un cappellino nero sintomo di inacessibilità relazionale, elementi resi evidenti anche dall’espressione facciale.
Mantello e guanti anch’essi neri, colletto e polsini bianchi richiamano appunto alla vita in cenobio.
A fare da contrappeso uno sfondo giallo, colore luminoso e allegro volto a spiegare il bonario inganno.

Norina Atto II. Acrilico su tela, 112×83


Norina Atto III

Sofronia-Norina svela una nuova versione di sé.
Forte, autoritaria, non più falsamente fragile, ella è circondata da cameriere mentre indossa un elegante abito rosso come il fiore che porta tra i capelli e il ventaglio che regge in mano.
Il colore funge da filo conduttore tra due azioni, la prima delle quali non è presente nel dipinto.
In precedenza, infatti,  la protagonista schiaffeggia Don Pasquale e il rosso è esplicativo di aggressività.
Nell’attualità dell’agire e, qui, si torna al contenuto del lavoro dell’autrice, c’è la presa di posizione della donna a recarsi a teatro sola, con quell’abito e quel trucco sul volto significativi dell’intenzione a porsi al centro dell’attenzione in tutta la passionalità che le è propria.
Un soggetto , quindi, dal duplice volto, il cui fine è affermarsi e infrangere schemi predefiniti.


Per comprendere appieno il lavoro di Greta Podestà di cui propongo solo tre dei dipinti della serie è necessaria una conoscenza basica della perla di Gaetano Donizetti
A ciò ha voluto provvedere l’autrice stessa attraverso la stesura di “La costumista”, breve testo teatrale in tre atti nel quale la voce fuori campo di un misterioso narratore permette a tutti i personaggi, Donizetti compreso, di interagire tra loro rendendoli, in tal modo, vivi e umani in ogni specifica manifestazione.
Uno scritto indirizzato alla divulgazione dell’opera lirica, sezione importante del patrimonio culturale italiano.


Immagine in evidenza
Norina Atto III

Acrilico su tela, plastica, perline
80×155

Mara Cozzoli

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