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Siria: 13 fazioni in guerra contro il regime di Assad.

Nel marzo 2011 il governo siriano, guidato dal Presidente Bashar al-Assad, è stato al centro di una serie di proteste senza precedenti, in favore della democrazia.
I manifestanti chiedevano la fine del regime di Assad che, nel 2000, ha preso il potere sotituendo Hafiz al Assad, in carica dal 1971.
Improvvisamente, lo scorso 28 novembre i riflettori si sono riaccesi sulla SIria.
Una guerra che per anni è rimasta latente è, nuovamente, riesplosa.
Sul campo diverse fazioni che vanno ad evidenziare la precarietà di un equilibrio interno.
Un conflitto che si aggrava di giorno in giorno.
Al momento, dopo aver espugnato la città di Hama punto straegico della Siria centrale, i ribelli sono quasi alle porte di Damasco.
Nel frattempo, i ministri degli Esteri di Russia, Turchia e Iran si sono incontrati a Doha al fine di chiedere un immediato cessate il fuoco.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha fatto sapere che che “l’ambasciata è pronta a organizzare l’evacuazione dei nostri concittadini in Siria verso il Libano e la Giordania”, stesso discorso per gli USA che hanno chiesto agli americani di lasciare tempestivamente il Paese.
In prima battuta Papa Francesco parlò di una Terza Guerra Mondiale a pezzi.
Nella confusione generale ci chiede: perché prorpio ora, nel corso di una fase storica tutt’altro che stabile? Che nesso intercorre tra quanto sta accadendo in Siria e il conflitto Russia-Ucraina da un lato e Istraele-Gaza-Libano dall’altra?

Le riflessioni nell’intervista a MIchele Cucuzza.

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Mara Cozzoli

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