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”Starry Night”, Edvard Munch.

| Mara Cozzoli |

Datata 1924 ”Notte Stellata” costituisce l’ultima di una serie di opere nel quale Edvard Munch focalizzò la propria attenzione sullo scenario notturno.
Come in un fermo immagine, l’autore paralizzò sulla tela ogni emozione suscitata dalla notte e dal cielo stellato, la grande abilità tecnica gli permise di riprodurre il proprio sentire rendendolo in tutta la sua genuinità e spontaneità.
Domina il colore blu che, sebbene indice di malinconia, permette al dipinto di assumere un diverso senso grazie a spruzzi di verde presenti nel cielo, volti a  donare vivacità e apertura verso nuove intensità interiori.
Munch non sembra ricercare la solitudine, anzi, il quadro è caratterizzato da diversi punti di chiarore come quello derivante da finestre di case poste in lontananza, dalla luna e, infine, dalle stelle che riflettono sull’acqua.
Silenzio, magia e quiete notturna se da un lato tolgono importanza al paesaggio preso nel complesso, dall’altro tramutano il cielo in unico soggetto che, trapuntato di luci soffuse, diviene specchio in grado di amplificare le sensazioni umane.
A destra, una forte luce fuoriesce dagli alberi proiettando un’ombra sui gradini della veranda.
Nella stessa forma emerge, inoltre, quasi fosse un autoritratto nascosto, il profilo dello stesso autore.
Altra ombra è posta in fondo alle scale mentre, maggiormente visibile è quella dei due innamorati davanti alla staccionata.
Ambo le figure sono indefinite, abbozzate rendendo, in tal modo, difficoltoso capire se il loro sguardo è rivolto al mare o alle stelle.
Ogni elemento è fuso in un tutt’uno sottolineando, dunque, l’inesistenza in natura di limiti definiti e il potere insito nell’uomo di porre in essere vincoli.


Edvard Munch, Starry Night
1922–1924
Olio su tela
80,5×65 cm

Mara Cozzoli

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