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Milano più sociale. Periodico di informazione online

Nella giornata nazionale del fiocchetto lilla nuovo allarme disturbo della condotta alimentare.

| Mara Cozzoli |

Anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitante- restrittivo dell’assunzione di cibo, disturbi alimentari non altrimenti specificati (NAS).
In talia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90% sono donne, seppur sono sempre più numerosi gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate ( 20% nella fascia di età 12-17 anni).
Si stimano 4000 decessi all’anno, approssimativamente 10 al giorno.
In adolescenza i disturbi alimentari costituiscono la prima causa di morte dopo gli incidenti stradali, la prima tra le malattie di natura psichica oltre a essere prima causa di invalidità.
Non numeri, ma nomi che non scelgono di lasciarsi morire di fame e questo va continuamente sottolineato e ripetuto, nessuno di loro lo decide e neanche è consapevole di andare incontro alla morte.
Spesso, ragazze/i prima di passare al disturbo alimentare si isolano a livello sociale perché è tanta l’angoscia rispetto a domande del tipo: “Cosa devo dire?“, “Cosa posso fare?“ ,“Se faccio questo  cosa mi dicono? Mi giudicano?”.
Scatta così il pensiero che “sistemando” il corpo si possa tornare nel gruppo, essere apprezzati e sfuggire dal temutissimo giudizio.
Plasmando il fisico si crede di poter mettere a tacere il terrore che il confronto con gli altri incute.
L’esordio è sempre più precoce.
Negli ultimi anni è stato registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni dovuto al calare  dell’età puberale nelle bambine e, in secondo luogo, al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili, modelli che vanno ad incidere su un IO la cui dimensione è già fragile e problematica di partenza.
Crocevia tra mente, corpo e cultura, la cultura del perfezionismo estetico e delle prospettive altrui da soddisfare.
Cibo e corpo sono in stretta relazione tra loro.
La situazione di partenza è una sensazione di smarrimento, impotenza e vuoto, nel quale la persona ha l’impressione che il mondo dentro si rivolti sentendo, successivamente, che l’unico modo per poter stare in piedi è agire un controllo su di sé tramite l’alimentazione.

Cosa rappresenta il cibo?

Si nasce con il bisogno di essere nutriti e, quindi, il cibo è un canale che connette al proprio intimo, al materno e alla salvaguardia della salute.
Il cibo sul quale sul quale si arriva a esercitare il controllo ha valenza in quanto nutre il corpo, il quale a sua volta è il luogo nel quale si vivono le emozioni, con il quale si abita il mondo e con cui ci si relaziona all’altro ed è questa forma di vigilanza continua e metodica a  rappresentare l’espressione di un disagio, di un conflitto interiore che trova origine nella classica dispercezione corporea.
Attraverso la gestione del cibo, delle calorie e l’ossessività esercitata nella preparazione dei pasti, sorge l’illusione di gestire non solo, appunto,  le emozioni ma anche  insicurezze e senso di inadeguatezza.
Un semplice esempio: nonostante un BMI bassissimo si ha la sensazione, quasi delirante, di poter svolgere tutte le attività, comprese quelle fisiche compensatorie e di non andare incontro ad alcun rischio perché la dispercezione dell’immagine corporea ormai è talmente forte e radicata e l’onnipotenza del controllo seduce così tanto da  far perdere il contatto con la realtà.
Ovviamente è un’onnipotenza che, sul momento, permette di zittire le parti emotive più scomode le quali, in seguito,  vengono a galla perché la malattia sovrasta assumendo il controllo della persona.
L’adolescente che rifiuta il cibo sente di riuscire a dire finalmente “no” alle aspettative e alle richieste altrui.
Il disturbo alimentare viaggia in comorbilità con altri disturbi di natura psichica,  i più frequenti sono i disturbi dell’umore, anche se può svilupparsi una compresenza con altre psicopatologie come il disturbo d’ansia, d’attacco di panico, il disturbo ossessivo compulsivo e la depressione maggiore, mentre nei pazienti affetti da bulimia si apre un ulteriore scenario che è quello da abuso di sostanze.
Dal punto di vista fisico oltre all’eccessivo dimagrimento come nel caso dell’anoressia,  possono presentarsi problemi cardiaci, malattie cardio-vascolari, danni all’apparato gastro-intestinale quando si induce il vomito e di questo si hanno più episodi durante la giornata, ulcere, problemi all’esofago.
Frequente è anche la disidratazione, la tendenza ad avere danni alle gengive e la perdita di capelli.
Sistemi come fegato e reni vanno in sovraccarico.
Quando non c’è un nutrimento adeguato si può arrivare all’osteoporosi precoce e, conseguentemente, a una maggiore possibilità di fratture.
Blocco della crescita, alterazioni a livello endocrinologico, disfunzioni a livello ormonale.
Glicemia e diabete.
A rischio anche le facoltà cognitive.


I disturbi alimentari sono un sintomo, la manifestazione nella sua materialità di una sofferenza.
L’occhio esterno vede solo la punta dell’iceberg al di sotto del quale però si muove un mondo.
Tenendo conto che ogni storia va considerata nella sua unicità, occorre considerare anche l’importanza del contesto in cui si cresce e quindi tener presenti le dinamiche famigliari che, se disfunzionali, sono  causa della messa in atto meccanismi e agiti  autodistruttivi.
Si cerca di proteggersi, anche se a forza di proteggersi si rischia di morire.
Il corpo, quindi, è uno strumento di comunicazione.
CI si rende invisibili, si cerca di scomparire ma,  al contempo, apparentemente in silenzio, si prega che questa invisibilità venga vista.
Perché ciò che si chiede è di essere riconosciuti come persone.


Modalità di intervento.


Importanti sono una diagnosi e un accesso precoce alla cure al fine di evitare la cronicizzazione del disturbo.
Rivolgersi a un centro disturbo alimentare nel quale, a lavorare sul paziente è un équipe multidisciplinare composta da psichiatri, psicologi individuali e famigliari, internisti, dietisti,  educatori e, negli ultimi anni, anche pediatri.




Mara Cozzoli

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