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“Pensieri”. Opera di Sofia Giacomelli

| Mara Cozzoli |

Capo chino, stretto tra le mani quasi a chiedere aiuto, un corpo nudo e una psiche in conflitto con se stessa, indecisa se liberarsi dalle proprie paure o farsi sopraffare dalla sua disperazione.

Ferma, confusa, inerme.

Le mani e le gambe accavallate danno l’idea di una donna posta sulla difensiva rispetto al mondo esterno, come se, nella relazione con l’altro, l’esposizione della sua fragilità possa tramutarsi in arma, una lama genitrice di nuove fratture.

Un atteggiamento, dunque, che riconduce allo smarrirsi, ovvero a un vortice di riflessioni impossibili da focalizzare e ordinare, all’impotenza, nonché l’incapacità di separare e decifrare i pensieri presi nella loro singolarità.
Le somma di tali elementi evidenzia il vuoto, narrando così l’equivalente male di vivere, quel senso di tormentata solitudine che affligge il soggetto immortalato.

Articolo a cura di Mara e Stefano Cozzoli

Mara Cozzoli

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