
“L’acquerello è una tecnica magica, anche se è difficile da dominare”. Intervista a Florentina Panainte, acquerellista
Una ricerca creativa fondata sulla relazione uomo-natura, un binomio conflittuale, ma che negli acquerelli di Florentina Panainte assume i contorni dell’estasi emozionale che la stessa percepisce, nel quale il senso del bello produce un effetto di profonda armonia nell’osservatore.
Conclusasi “La danza ei colori. L’estasi emozionale nella relazione uomo-natura” sua ultima mostra personale, svoltasi presso gli Spazi di ChiAmaMilano, Florentina Panainte ci accompagna dentro al magico mondo degli acquerelli e non solo…
Proviamo a raccontare l’acquerello come tecnica artista.
L’acquerello è una tecnica molto difficile da dominare, però allo stesso tempo è magica, mi da tanto.
Alla fine di un lavoro si possono avere delle belle sorprese effetti inaspettati dei colori sulla carta.
Il modo di dipingere con l’acquerello è cambiato, non è più come tanti anni fa che si dipingeva ad acquarello per fare il bozzetto, prima di iniziare un lavoro ad olio.
Perché ha scelto l’acquerello rispetto a un olio su tela o a un acrilico?
Perché questo tipo di pratica mi da tante sorprese. Io il colore non lo voglio controllare sulla carta, lo lascio al destino, voglio che sia lui a decidere il verso in cui andare. È uno stile libero, è la mia libertà.
Forse, c’è anche qualche connessione con la mia mente: sono cresciuta in Romania sotto il comunismo, non potevamo parlare, non potevamo fare tante cose, vivevamo un po’ tutti sotto paura, quindi, ho trovato questo modo di esprimermi perché è l’opposto della mia infanzia.
Il suo lavoro è incentrato sulla natura. Che rapporto ha con essa?
Amo dipingere in plein -air, mi piace fare lunghe camminate, osservare quanto mi circonda. La natura è per tutti, è libertà

Peraltro, la sua arte ondeggia tra figurativo e atratto. In che modo avviene questo passaggio?
L’astratto è un linguaggio, è qualcosa che non puoi definire, lascia allo spettatore l’autonomia di decidere ciò che vede. È libertà e ognuno può leggerlo a modo suo. Permette di viaggiare con la mente, crea un dialogo tra opera e fruitore. Il passaggio avviene quando arrivi ad un punto che vuoi sintetizzare.
“La danza dei colori. L’estasi emozionale nella relazione uomo-natura”, sua ultima personale. Che relazione intercorre tra natura, colore e individuo?
Il legame tra questi elementi è particolarmente significativo. L’interazione tra natura e individuo fa nascere il bello, le creazioni.
Un artista può scegliere colori caldi o accessi, un altro ama dipingere con sfumature di grigio, colori riflettano lo stato d’animo e raccontano emozioni.

Come incidono i colori sullo stato d’animo?
Il colore è lo specchio dell’anima.
Quando sono sotto pressione dipingo fiori di colore rosa. I colori sono come una accarezza e mentre li uso e li vedo sfumare resto in attesa per guardare il finale.
Per me una vita senza colore è una vita inutile.

Cosa si porterà dentro dalla sua ultima mostra personale?
Ogni volta che realizzo una mostra è un’ occasione per legare con la gente, conoscere altre idee e soprattutto percepire emozioni positive.
Altre mostre in programma?
Sicuramente una bi-personale Codogno nel Basso lodigiano a finne maggio 2025, una mostra che incrocia fotografia, danza e pittura, invece a giugno 2025 una personale vicino a Lodi.

Mara Cozzoli
