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I “TEMPLA” DI SIMONA COZZUPOLI.

| Maria Marchese |

Il mio ciglio coglie un delizioso attimo di stupore… ivi si addentra, fascinato da quel favolato interstizio artistico…
Ignara, quindi, delle sue radici, mi limito a respirare  l’aria di cui sono imbibite le preziosità, ivi indovate dall’autrice.

“Un grammo di meraviglia, quanta felicità occupa”?
Fabrizio Caramagna

Quell’infinitesimale istante di meraviglia, in cui l’esigua cifra appare nella fondatezza di un palmo, in me assume la possanza della fanciullina, incontaminata memoria e altresì della non finitezza dell’ “eksístēmi ” .
Questo dono viene elargito dalle mani di Simona Cozzupoli.
L’autrice milanese fiorisce, quindi, una stanza fantastica e reale, che alligna la propria verità in cilestrine contemplazioni di esperienze alari: le rivelazioni dei loro umori diventano acqua sorgiva per la sopravvivenza terrena.
I sacerdoti romani traducevano, infatti, gli “auspicia” , per intraprendere un cammino conoscitivo, che fosse ammantato dai favori divini.

Come l’augure, quindi, l’artista ricava porzioni di cielo, sposandovi, poi, sospesi sospiri dinamici.

In quell’azzurrità, esistono, allora, infinitesimali presenze, miniate dalle sue accorte dita. Simona Cozzupoli carezza veli cartacei e morbidi letti di cotone; “ruba” piccoli versi di quella materiale poesia, per dialogare con ognuno di essi. Flette, così, la leggerezza della carta e dell’essere, su se stessa, custodendone la forza tra le studiate pieghe.

Pizzica la “morbida pelle” , ricavandone piccole e piene labbra esperienziali.

Ricava sottili, inconsapevoli fili e compone, quindi, il dialogo inconscio di arcane sincronicità.

L’orologio originario, immagine di ricerca e separazione, perde le connotazioni spazio/ temporali, per vestirsi dell’apparente incongruenza del caso: la lettura delle intense pagine dell’autrice appare a colui, che è predisposto a vivere la conoscenza laddove l’incontro fugge la logica causa/effetto, vivificandosi, invece, nell’attuazione di un disegno cosmico sottile e lungimirante.

L’ “etimologia” delle composizioni di Simona Cozzupoli è profonda e complessa, ma arriva ad elargire, con immediatezza, “liturgie” saporose d’infanzia, suggellando il fondamentale legame con l’amore per la vita.

Scent Of Art, Spazio di divulgazione artistica a cura di Maria Marchese.

Maria Marchese

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