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“Guarda, cos’è? “. Michele Cucuzza e Daniele Osnato.

| Mara Cozzoli |

“Qualcuno ha raccontato che la sera del 27 giugno 1980 sarei morto, insieme ad altre ottanta persone, nell’incidente areo di Ustica. Avevo nove anni, ma io ho visto come mi hanno ucciso e lo posso raccontare. Pensavo fossero stati i draghi, allora ero soltanto un bambino. E invece sono stati aerei militari con i loro missili, che hanno giocato alla guerra senza pensare che la guerra i morti li fa per davvero”.

“Guarda, cos’è?” sono le ultime parole pronunciate dal copilota Enzo Fontana e registrate nella cabina di pilotaggio del DC9 Itavia un attimo prima dell’interruzione delle comunicazioni rinvenute, in seguito, nella scatola nera dell’aereo e scelte dal giornalista Michele Cucuzza e dall’avvocato dei parenti delle vittime della strage di Ustica Daniele Osnato per dare titolo al loro libro.
Giovanni e Lia, fratello e sorella, nove e tredici anni, personaggi nati dall’immaginazione degli autori ispirati, comunque, alla figura di due bambini che, realmente, hanno viaggiato su quel volo, divengono emblema di ottantuno morti che, ancora oggi, urlano giustizia.
Centoundici pagine nel quale, velocemente, scorrono i pensieri dei due piccoli protagonisti, pensieri che, pagina dopo pagina, appaiono non terminare mai, fino a cristallizzarsi nel duro epilogo che tutti noi conosciamo, quel finale che rappresenta una macchia nera nella storia della democrazia italiana.
Sogni, speranze per il futuro, sensazioni di terrore e incredulità si fondono a un attento studio delle carte processuali per dare vita a una tecnica narrativa nel quale l’empatia diventa padrona e strumento per lanciare un messaggio forte: ognuno si assuma le proprie responsabilità.
“Cosa farò da grande?“, “Non vedo l’ora di arrivare a Palermo e rivedere il compagno di scuola di cui sono innamorata…“,  “Se arrivano i draghi?“, “Come sono belli i paesaggi visti dall’alto.. “
È così lontana l’idea che quell’aereo così grande, con un comandante pronto a difendere tutti, un hostess gentile e sorridente, capaci di  infondere serenità, sarebbe diventato la loro tomba.
Un libro nel quale drammaticità emotiva ed inchiesta confluiscono in un vortice che tutto spazza via e si innalza a “La vergogna è per quelli che ci hanno rinnegato il nostro diritto a una dignità. Per quelli che hanno stupidamente agito in nome di qualche interesse di Stato, di carriera, di convenienza… “ per citare la tredicenne Lia, la cui capacità espressiva tipica dell’età diviene, improvvisamente, adulta e consapevole.
Dolore e freddo oltrepassano la pelle per giungere alle ossa e impadronirsi della psiche permettendo, in tal modo,  al lettore di vivere insieme ai passeggeri il claustrofobico senso di quanto accade, quell’istante in cui l’esistenza subì il  suo peggior strappo.
Nessuno di loro però ha mai veramente lasciato questo mondo, ciò avverrà solo quando troveranno e anche noi, osservatori esterni, troveremo la risposta a : “Guarda, chi è stato? “.
La rabbia e l’orgoglio di destini spezzati volteggiano, ancora, privi di indumenti, in quel limbo posto a metà tra mare e cielo, in attesa che il tormento, finalmente, affievolisca.
Abbasso lo sguardo e rifletto sul fatto che non si muore mai veramente, ma si vive nell’amore di coloro che restano, che non lasciano spazio all’inerzia, ma che portano avanti battaglie affinché, in termini giudiziari, venga restituito quanto è stato negato: il diritto alla pace.



“Guarda, cos’è?”
Michele Cucuzza e Daniele Osnato
C.E. Baldini Castoldi

Mara Cozzoli

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