Imprevisti d’amore. Intervista al cast: parte prima.
Con “Imprevisti d’amore” commedia teatrale in due atti, “Compagnia dei colori” ha portato in scena, lo scorso 18 novembre presso Teatro Ideal di Varedo, l’amore con le sue contraddizioni , complicazioni, sfumature e bisogno di crescere per assumersi, in tal modo, le proprie responsabilità, un sentimento, forse, esente da definizioni.
Al centro di tutto l’ironia che ha saputo rendere il tema facilmente comprensibile ed estremamente leggero.
In questa lunga chiacchierata inizio, subito, dalla regia, Lorella Pontevolpe per passare poi, a tutta la combriccola, perché nessuno è sfuggito alle mie innumerevoli domande.
Allora, Lorella, avete scelto di portare in scena uno spettacolo dal contenuto estremamente importante, anche dal punto di vista psicologico.
Lo spettacolo nasce per divertire la gente poi, piano piano, con il direttore artistico abbiamo scelto di portarlo su una linea più importante. Abbiamo voluto parlare d’amore in un periodo come questo, nel quale viene a mancare.
Tra le figure Samuel, un ragazzo che voleva rimanere nell’ambito della gioventù.
Egli vive con una compagna che, di contro, vuole completare la sua realizzazione di donna: diventare madre e avere una famiglia. Samuel fa fatica ad entrare in questo contesto.
Ciò che abbiamo voluto mostrare è stato il cambiamento di Samuel per lanciare il messaggio che, a volte, le cose importanti della vita non sono solo vivere nella spensieratezza, ma anche vivere in un contesto familiare dove puoi aprirti su tante sfumature.
L’amore è stato il fulcro di questo spettacolo.
Sì, l’amore è stato il contesto generale.
In molte scene si vede. Ad esempio, Sean uno dei protagonisti sta soffrendo per un amore perduto perché, anche lui, per l’idea del vivere spensierato, si lascia sfuggire la donna che ama. Quindi, ogni momento, richiama l’amore.
Il finale poi, va bene un po’ per tutti: Samuel come Sean, scoprono il loro essere uomini.
Samuel e Rebecca, una coppia, nel quale è stata ben sottolineata la diversità che contraddistingue entrambi.
Certamente, è stata sottolineata la maturità di lei, l’immaturità di lui e l’indirizzo differente che entrambi avevano rispetto alla vita. Ad un certo punto, però, questo capire attraverso la gravidanza di lei, portano Samuel a diventare adulto.
Quando vede l’ecografia di Rebecca si emoziona, capisce di essere innamorato di suo figlio. Proprio qui ha inizio il cambiamento, tanto che a un certo punto dice: adesso sono innamorato di mio figlio.
Impossibile a questo punto, non rivolgermi a Samuel, interpretato da Giacomo Cancellieri.
Giacomo, interpreti Samuel, uno psichiatra infantile che ha paura a diventare padre.. un controsenso, no?
Esatto. Samuel ha sempre avuto pazienti molto difficili tra cui un ragazzino che non ha mai avuto un buon rapporto con il padre. Di conseguenza, pensava che i rapporti tra padre e figlio fossero così. Era terrorizzato. Samuel pensava: non voglio avere figli perché non voglio finire così. Questo è il punto.
In tutto ciò, una coppia interpretata da Vincenzo Allegro e Marika Arienti. impersonifica il concetto di famiglia e che spaventa molto Samuel..
Marika, forza, descrivici questo vostro nucleo familiare un po’ fuori del comune per altro, con quattro figli…
Eh, già. Noi siamo una famiglia numerosa, caotica e strana ma felice di quello che ha e di come si arrangia ad affrontare la vita.
Gayle, il mio personaggio ha un marito molto ingenuo, quasi bambino ma ne è innamoratissima: è proprio questo che le piace.
Vincenzo, sgangherati ma che date senso di equilibrio.
Ci compensiamo. Sì, siamo una famiglia matta. Il mio Martin è una figura leggera, lui è un giocherellone… infantile.
Gayle, invece, ha una personalità più stabile.. riesce a gestire la baracca, ecco. Ovviamente, nella sua pazzia lei porta equilibrio.
Marika, il vostro era un ruolo sul quale è ricaduta una forte responsabilità…
Sì, perché dovevamo fare capire all’altra coppia quanto fosse bello avere una famiglia e aspettare un bambino.
Rebecca, nonché Jessica Iannucci. Quant’è dura per una donna e madre dover affrontare quella situazione.. cioè, ad un certo punto rendersi conto che la controparte è il tuo opposto
Non sentire accettata quella parte di te è molto dura. C’è un mix di sentimenti incredibili perché Rebecca sente la responsabilità e la voglia di avere questo bambino , dall’altra parte sente la solitudine, la paura di non riuscire. Alla fine, infatti, chiede aiuto a questa coppia pazza che la aiuta a ristabilire il suo equilibrio anche se, ad un certo punto, lei dice: Ce la faccio, vado avanti da sola. La mia è una situazione accettata dalla società, puoi essere una ragazza madre forte e indipendente.
Seppur, minorenne, una piccola domanda la faccio anche all’undicenne Megan, anch’essa sul palco..così, mi racconta la sua avventura: Io sono Shanon, una ragazza molto studiosa e mi immergo nei libri. Ho tre sorelle pazze.. un po’ come i miei genitori Gayle e Martin. Mi sono trovata bene con loro.
Con la gravidanza prende il via una nuova fase dell’età adulta. A rispondermi, ancora una volta, Marika Arienti.
C’è una battuta nello spettacolo che lo spiega molto bene, infatti, dice a Rebecca: Per Samuel è la prima volta. Se tu sei incinta, lui deve realizzare la cosa, deve crescere.. e tutto ciò lo preoccupa. Questa cosa rappresenta il cambiamento.
A proposito di evoluzione, Sean, nonché Federico Napolitano porta avanti un percorso che lo conduce a crescere, ad acquisire una forte consapevolezza dei suoi sentimenti.
Sì, partiamo da questo punto: Sean per certi versi è un bambino. Solo dopo capisce di aver perso la cosa più importante della sua vita: Cristhine. Cerca di eliminare il dolore che nutre verso di lei e il fatto di non averla più con sentimenti carnali verso altre donne. In realtà, indossava una maschera, perché lui voleva soltanto Cristhine. A inizio spettacolo era un dongiovanni, un pittore che voleva divertirsi, con il tempo si scopre di avere tanti quesiti, ancora, irrisolti. Interpretare questo ruolo, per me è stata un’esperienza straordinaria. Ho rivissuto, in parte, il mio passato, con un amore finito e la voglia di rivedere quella persona.
A rendere ancor più frizzante il tutto.. uno medico fuori del comune con uno strano accento russo..un personaggio che, per altro, ho amato tantissimo fin dalle prime battute… prego, a lei la parola dottor Kosovic, ovvero Fabio Cavallaro.
Il dottor Kosovic è un personaggio di tutto rispetto… ho fatto davvero un duro lavoro per poterlo interpretare. Al di là della parte comica, questo personaggio ha tanto da dire perché mostra anche la sua parte fragile, nervosa. Quando racconta il primo parto a cui ha assisitito, lo prende come un suo cambiamento personale, una sua nascita. Penso che siamo tutti un po’ il dottor Kosovic… o meglio, servirebbe un dottor Kosovic che ci dica: tutte le prime volte, non affrontatele con nervosismo o paura, affrontatele con un bel sorriso… anche se rischiamo di combinare guai.
Passiamo alla direzione artistica.. Christian Iannucci, anch’egli in scena insieme alla compagnia.
A questo punto lo spettacolo è raccontato attraverso i suoi occhi.
Lo spettacolo è stato difficile non solo da mettere in scena, ma anche da sistemare perché stavamo portanto qualcosa che, fino ad ora, nessuno ha portato. Abbiamo fatto un teatro multimediale.
Il mio obiettivo era cercare di svecchiare senza rovinare il passato, in quanto se non avessimo avuto il teatro classico, non saremmo qui.
Volevo arrivare a un cambiamento positivo. Per quanto riguarda scene e video che sono stati proiettati devo ringraziare tutta la compagnia per la pazienza.. ho torturato ogni singolo elemento perché io sono uno molto preciso. In alcune scene come hai ricordato poc’anzi sono anche entrato e ho cantato. Volevo dare il mio contributo, volevo dare supporto.
Abbiamo voluto incentrare lo spettacolo sull’amore perché, dal mio punto di vista, la vita senza amore non può esistere.
Abbiamo voluto dire che quando una persona si innamora non lo fa apposta. Volevo fare capire alle persone che l’amore è la cosa principale, che bisogna saper dare e ricevere.
L’amore, in quanto sentimento va messo sempre in primo piano: può essere l’amore per la fidanzata, per la sorella, per i figli o per un amico..
Concludiamo, infine, questa prima parte di intervista raccontando il ruolo fondamentale di Laura Formenti, assistente alla regia. Dato che la Laura è molto timida, la parola, ancora una volta a Lorella Pontevolpe.
Laura è la nostra colonna portante. Se non avessi lei, io che sto dietro le quinte non riuscirei a fare quello che faccio. lei è eccezionale: ha memorizzato il copione con le parti di tutti ma non solo,calcola in modo preciso quel secondo necessario per mandare il giusto effetto, quello stacchetto o la canzone.
Uno dei tanti momenti è stato l’effetto dell’ecografia, quell’attimo in cui sullo schermo compare dietro a Samuel l’ecografia e vede suo figlio per la prima volta.
Ha reso possibile la sincronia del movimento tra la comparsa, appunto, appunto dell’ecografia e il movimento di Samuel che si è voltato a guardarla.
Laura conosce ogni momento, ogni nostro respiro ed è per questo che, sul momento, arriva sulla giusta battuta, riesce a gestire laddove c’è un errore e blocca la regia.. ha tutto nella mente.
Aggiunge Jessica Iannucci: Laura non ha imparato solo il copione, lei ha imparato a conoscere ognuno di noi, i nostri tempi di recitazione, i nostri movimenti e i tempi di battuta che abbiamo l’uno con l’altro. Insomma, ha compreso e conosciuto noi dentro la commedia. Ha fatto un lavoro eccezionale. Ha gestito, inoltre, luci, sfondo e audio. Senza di lei non andiamo avanti