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La Chiromanzia Cinese secondo George Soulié de Morant

E’ decisamente significativa, tipico frutto del tempo presente, questa pulsione alla conoscenza dei lati oscuri dell’uomo attraverso l’analisi dei suoi costituenti corporei.

Il fatto poi di rivolgersi al pensiero orientale, cinese in particolare, conferisce alla ricerca una sottile e fascinosa atmosfera esotica.

In India era già nota da secoli, come tramandato dai testi vedici.

Anche in Cina la tradizione divinatoria attraverso la mano ha ben solide radici; essa coordina, in un insieme sintetico, le conoscenze astrologiche, fisiologiche e religiose che hanno sempre permeato la struttura sociale e la vita dei cinesi, dalla medicina alle arti, dalla letteratura ai costumi, dall’etica alla musica, seguendo la storia delle dinastie imperiali.

Viene a questo punto spontaneo l’accostamento con l’eccellente testo cinese d’arte divinatoria, la cui mitica compilazione risalirebbe alla preistoria della Cina: I King, il Libro dei Mutamenti, reso noto in Occidente solo nel 1923 da Richard Wilhelm, e poi divulgato in Europa da Carl Gustav Jung, libro cui lo psicanalista dedicò un’accurata prefazione sia alla traduzione inglese del 1949 sia all’edizione italiana del 1949.

Si tratta anche in questo caso di concetti e di predizioni che si perdono nella notte dei tempi e che, per la loro semplicità e profondità costantemente confermata nella realtà, sono veri, come vero è l’uomo con le sue “mutazioni”.

I cinesi, millenni fa, hanno scoperto, analizzato e divulgato tutto il “cosmo” nella sua interezza in parte con la tradizione orale in parte con note scritte.

Chi ha letto i testi di Medicina Tradizionale Cinese per capire e praticare l’Agopuntura, può comprendere come la conoscenza della fisiologia dell’uomo, per i cinesi, non può prescindere dalla comprensione degli eventi cosmici (stagioni, clima, cicli biologici) che incidono sulle cause e influenzano l’evolversi delle malattie.

Sgomenta, per la nostra tradizione occidentale, questa costante presenza del particolare nel generale, del microcosmo nel macrocosmo, quest’analisi serrata e dettagliata dei sintomi che sfocia poi nella definizione della globalità dell’essere, e alla fine nella diagnosi medica vera e propria, che altro non è se non la sintesi di quell’uomo ammalato, la spiegazione dell’evolversi della disritmia delle sue “energie vitali”; diagnosi che, a sua volta, è il preludio per la scelta di un trattamento utile a ripristinare il primitivo equilibrio, ora compromesso.

Così, se la punta della lingua corrisponde all’organo cuore, un arrossamento in questa sede esprimerà “calore e pienezza nel cuore” (ipertensione, infarto); se c’è una carie nei denti canini superiori, che corrispondono al viscere stomaco, questa esprimerà “calore e pienezza nello stomaco” (indigestione, gastrite, ulcera); se la guancia destra corrisponde all’organo polmone, un arrossamento in questa sede esprimerà “calore nel polmone” (bronchite, polmonite); poiché la punta del naso corrisponde all’organo milza, il suo arrossamento esprimerà “calore nella milza” (diarrea, diabete); e così via.

Il concetto di rappresentazione somatotopica è tipicamente cinese; non esiste segmento corporeo in cui non sia rappresentato in sintesi tutto l’organismo.

Nella semeiotica medica cinese, come accennato, tutto ciò è molto importante; non dimentichiamo che l’esame dei polsi è l’accertamento principale dello stato di salute poiché nei polsi si esprimono i “cinque movimenti”, i “cinque elementi”, e tutti gli organi e i visceri con le loro manifestazioni patologiche.

Tutti i singoli elementi considerati per la conoscenza dell’uomo (volto, mano, occhio, orecchio, piede, ecc. devono comunque essere integrati e coordinati affinché non sfugga l’unità che ne è poi il cardine e la sintesi, al fine di decidere il trattamento più adatto al riequilibrio energetico.

L’uomo deve sempre essere considerato (di là da schematismi parcellari oppure da preconcetti ideologici, o da frammentazioni semiologiche) in simbiosi con il mondo esterno e con le singole differenti parti costituenti il proprio Sé.

Abbiamo detto: la parte per il tutto, il microcosmo per il microcosmo.

L’uomo, che racchiude le “essenze”, i sentimenti, gli Chenn, le reazioni, le espressioni della Natura, è il mortale che però tende all’Assoluto, l’uomo che carpisce il “fuoco degli Dei” per arricchire l’umanità, diventando al tempo stesso simbolo della divinità con la quale tenderà a identificarsi.

Non dimentichiamoci di quanto dicevano gli antichi Sapienti: “Conosci te stesso, perché solo nella profondità del nostro essere possiamo ritrovare l’Unità Divina”.

Nella seconda parte tratteremo i Meridiani dell’Agopuntura Cinese e tanto altro ancora.

 

 

De Chirico Tommaso

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