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VOGLIA DI ELEZIONI

Finalmente, dopo anni di governi non eletti che hanno fatto più che altro gli interessi transnazionali, Mattarella il 28 dicembre ha sciolto le camere. Andremo quindi a votare il 4 marzo di quest’anno.

In tutti questi anni i nostri politici inetti hanno elaborato una brutta legge elettorale complessa, pasticciata, confusa. Una legge che probabilmente non produrrà alcun vincitore netto. Si vede pertanto all’orizzonte un governo di grande coalizione tra Forza Italia e Pd.

I rappresentanti dei due schieramenti politici smentiscono calorosamente questa ipotesi che ancora una volta befferebbe le scelte di noi elettori, ma non c’è da fidarsi.

L’unico modo per contrastare questa deleteria eventualità è quello di andare a votare in numero consistente in modo da dare un vantaggio chiaro alla parte politica che si preferisce.

Capisco che il panorama politico sia scoraggiante e la voglia di astenersi dietro l’angolo, ma sarebbe un grave errore. Consiglio quindi di “turarsi il naso” e andare a votare il meno peggio.

Voglio portare alla vostra attenzione quanto sostiene il filosofo Diego Fusaro.

Il partito che ci governa rappresenta le élite e tutela gli interessi della grande finanza dando l’impressione di disprezzare il ceto medio, la piccola impresa, i precari, i disoccupati. Vuole più Europa tradendo l’interesse nazionale. Nel linguaggio di questa elite, populista è chiunque difenda gli interessi che non siano quelli della finanza dominante. Oggi il conflitto di classe non è più fra sinistra e destra, ma fra alto e basso, fra élite e popolo. In alto abbiamo l’aristocrazia finanziaria, con al seguito intellettuali prezzolati che elaborano quadri concettuali per difenderla. In basso abbiamo le masse con lavori precari che sono il risultato della pauperizzazione, ossia di un sensibile abbassamento del livello di vita, del ceto medio e della classe lavoratrice. Populista quindi è chiunque guardi all’interesse delle masse invece che a quello delle élite. Non c’è nulla di più distante dagli interessi dei lavoratori delle battaglie di chi ci governa che si fa paladino di più Europa e più libero mercato. Al lavoratore interessa avere un salario dignitoso, la sanità garantita, la possibilità di farsi una famiglia e mandare i figli a scuola. Praticamente quelli che un tempo erano i diritti sociali per i quali combatteva la sinistra che ora si limita a lottare per i diritti civili. Chi ci governa tutela l’interesse transnazionale, mondialista e cosmopolita dell’élite finanziaria che mira a spoliticizzare i rapporti di forza in modo che vinca sempre il libero mercato controllato dalla stessa élite finanziaria.”

Mi sembrano spunti interessanti che fanno riflettere e vanno oltre il mefitico pensiero dominante che ci sommerge. Che ne dite?

Beolchi Daniela

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