NASCERA’ IL GOVERNO POPULISTA?
Riflessioni su questo difficile momento politico e storico per la nostra nazione commentato dagli occhi attenti di Daniela Beolchi
Il governo Lega-Cinquestelle può piacere oppure no, però è fuori di dubbio che siano stati gli italiani a volerlo e quindi rappresenta quello che gli elettori hanno scelto.
Ma si sa, ultimamente il concetto di democrazia è molto variabile. Quando il popolo fa scelte auspicate dalle élite è democrazia altrimenti le scelte sono barbare e si mette addirittura a rischio la convivenza civile.
Il governo giallo verde non si è ancora insediato e non passa giorno che ministri francesi, tedeschi, lussemburghesi, presidenti e vicepresidenti della commissione europea, agenzie di rating e compagnia cantante non muovano minacce e intimidazioni alla volta dell’Italia.
Il consiglio, non richiesto, che ci viene dato è quello di “mantenere la rotta giusta” in materia economica e finanziaria e anche nella gestione dei flussi migratori.
Non so a voi, ma visto che questo governo non piace alla Ue, ai mondialisti/globalisti nazionali e internazionali e ai mercati, a me fa simpatia. Per tutti questi signori il governo che potrebbe nascere sarà pericoloso e metterà a rischio la tenuta dei nostri conti pubblici.
Devono spiegarmi, però, come mai dopo una decina di anni di austerità, tagli, precarietà e invasione programmata di nuovi schiavi destinati a fornire mano d’opera a basso costo, siano aumentati sia il debito pubblico che la povertà che l’insicurezza in tutti i campi. Segno che le scelte fatte fino ad ora e che dovremmo ancora seguire non vanno bene. Naturalmente è tornato alla ribalta anche lo spread. Lo spauracchio già utilizzato durante la crisi del 2011 per riportarci a più miti consigli.
I politici sconfitti sono sul piede di guerra e pure loro si danno preventivamente da fare a demolire il governo non ancora nato attraverso dichiarazioni alle televisioni e ai giornali debitamente schierati.
In tutto questo squallido teatrino non passa inosservato l’atteggiamento di un ottuagenario che non riesce ad accettare di non essere più il perno del centrodestra. Da quando è stato, opportunamente riabilitato dal tribunale di Milano e quindi nuovamente candidabile, si è ringalluzzito e il suo esagerato egocentrismo e i suoi interessi economici gli impediscono di prendere la decisione più saggia. Farsi finalmente da parte e diventare il padre nobile del suo partito.
Comunque, se vedrà la luce quello formato dalla Lega e dal Movimento Cinquestelle sarà il primo governo populista dell’eurozona anche se le posizioni anti ue sono state molto ammorbidite e nei posti chiave dalla presidenza del consiglio, agli esteri, al tesoro i nomi che si fanno, purtroppo, sono quelli di figure gradite a Bruxelles.
Come futuro presidente del consiglio, ora nell’occhio del ciclone per via di un curriculum personale alquanto gonfiato, dovrebbe essere il professor Giuseppe Conte che non sono in molti a conoscere. Leggendo la sua storia vi devo dire che non mi entusiasma visto che è habitué dei circoli di potere. Anche sapere che sia ancora una volta un presidente di pseudo sinistra come gli ultimi che l’hanno preceduto, non mi tranquillizza. Sapere inoltre che è amico di Maria Elena Boschi e di Giorgio Napolitano non mi rende ottimista.
Tutt’altra cosa sarebbe stata se fosse stato scelto il professor Giulio Sapelli, come si era vociferato per brevissimo tempo nei giorni scorsi. Non ho difficoltà a confessare che condivido il suo pensiero. Mi piace anche perché è una persona schietta, intelligente, ottimo economista che si batte contro questa Europa ordoliberista. Come era prevedibile la sua candidatura è stata subito stoppata.
Ora tra i nomi che si sentono auspico, ma non mi faccio illusioni, che il dicastero dell’Economia venga affidato a Paolo Savona. Potrebbe essere l’uomo giusto per dare serietà alle lotte strillate contro la Ue visto le sue idee sull’euro e sulla gabbia infernale che questa Europa rappresenta soprattutto per i paesi del sud.