LA VITA IN UNA BOLLA DI SAPONE
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ToggleLa narrazione di un uomo che ha dovuto affrontare tante difficoltà per cercare di vivere una vita da protagonista e non come attore ai margini della società.
“Nella mia vita sono stato male diverse volte ma non come lo scorso anno, con una forte depressione ed esaurimento che mi hanno portato ad un passo dalla morte.
Non accettavo più la mia vita, in verità non la ho mai accettata, volevo essere “normale” come mio fratello e le mie sorelle, come gli altri senza disabilità. Volevo essere un bel ragazzo, occhi azzurri, senza nessun difetto.
Così ho cominciato a stare male, la vita andava male e non c’era niente di bello e così sprofondavo sempre di più nella depressione e non mi rendevo conto che non riuscivo a reagire per tirarmi fuori da quello stato.
Poi c’erano momenti dove facevo casino, urlavo, parolacce, bestemmie, trattavo male i miei genitori e chi mi stava vicino. Stavo sempre a letto, senza mangiare e bere e se volevano farmi alzare facevo il matto. Passavo giorni e notti a dare pugni al muro.
Ho avuto diversi ricoveri presso i reparti di psichiatria di che però non sono serviti per il mio male.
I servizi Sociali di Rho, mi hanno trovato un posto libero nella RSD Papa Giovanni XXIII di Mombello , dove sono stato ricoverato il 7 luglio 2015. Mi hanno dato una camera singola.
Quando sono arrivato stavo malissimo, mi hanno curato e piano piano sono incominciato a stare meglio e ad intravedere la luce nel lungo tunnel dell’esaurimento.
All’inizio del mio ricovero continuavo a piangere perché non volevo stare in quella struttura, mi mancavano i genitori, la famiglia, senza amicizie e poi mi mancava la mia ragazza.
Non c’era nessuno con cui poter dialogare, dopo ho iniziato a parlare con un ragazzo, tutti gli altri avevano tante difficoltà, chi urlava, chi non parlava e tanto altro.
Mi venivano a trovare la mia famiglia , le mie sorelle e il mio amministratore di sostegno; la mia ragazza non la vedo da tanto , ci sentiamo però sempre al telefono, mi chiama spesso e mi chiede come sto.
Ora mi sono ripreso incomincio a sentirmi meglio, sono più autonomo e ora riesco ad andare dai miei genitori da solo con il pulman da Mombello a Rho.
Spero di riprendere il lavoro il più presto possibile e di tornare nella mia vecchia micro comunità in Giambellino, rivedere la mia ragazza e soprattutto riprendere a star bene e a fare la vita che ho sempre fatto.