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Harper Lee, Il buio oltre la siepe.

| Mara Cozzoli |

“… Volevo che tu vedessi cos’è il  vero coraggio, invece di farti l’idea che il coraggio è un uomo con il fucile in mano. È quando sai che sei battuto prima di cominciare ma cominci lo stesso e vai fino in fondo qualunque cosa accada. Si vince di rado, ma qualche volta si vince“.


To kill a mockingbird , letteralmente “ Uccidere un usignolo ”,  con traduzione italiana di Il buio oltre la siepe ”, versione dal quale si evince il tema del pregiudizio e la paura generata da ciò che non si conosce e di conseguenza non si comprende. viene pubblicato negli Stati Uniti nel 1960. 
In lingua originale, tale titolo, cela in sé  un significato semplice e univoco, una metafora, in grado di sconvolgere e indurre a riflessione il lettore: Stroncare l’esistenza di un usignolo costituisce un crimine efferato, un orrido gesto privo di senso logico, un’ atroce violenza fine a se stessa.
Di quale colpa può macchiarsi l’esserino? Cantare per noi.


Romanzo a sfondo socio – politico ambientato nell’immaginaria Maycomb, in Alabama, trova come fulcro portante dell’intera vicenda la segregazione razziale profondamente radicata nell’America degli anni 30’ e presente in modo feroce negli Stati del Sud.

Harper Lee guarda il mondo attraverso gli  innocenti occhi della piccola Scout Fitch,  la cui ingenuità e  mancanza di pregiudizi  la conducono ad isolarsi dalla mentalità  dei tempi.
Orfana di madre viene cresciuta da  Atticus, padre “fuori dal comune”,  che  la educa  secondo saggi e rari  principi, permettendole  di non amalgamarsi a un’ideale femminile prestabilito, bensì, facendola crescere nella piena e serena consapevolezza della propria individualità.

Dal punto di vista letterario, “Il buio oltre la siepe”  si snoda lungo due filoni, dal percorso parallelo,  i quali  però , nel finale si intersecano tra loro.

Protagonista e narratrice della storia, Scout,  divenuta adulta ricorda gli eventi che, ancora bambina,  la travolgono ma,  nella drammaticità dei risvolti, la formano come persona, attraverso il raggiungimento della piena coscienza della realtà.

Siamo in estate, periodo di vacanze, Scout e il fratello maggiore, Jem, in compagnia dell’amico Dill,  giocano e scorrazzano intorno alla staccionata del vicino di casa, Boo Radley, ragazzo mentalmente fragile, oggetto di chiacchiericci e  recluso  in casa da venticinque anni a seguito di azioni “criminose” legate al  disturbo della quiete pubblica, messe in atto insieme ad un gruppo di amici, per il quale rischiò anche il riformatorio.
Pur non avendone mai avuto un contatto diretto, i bambini lo temono.
A rimproverarli, Atticus,  che,  in tal modo, li avvicina e li guida ad accettare la diversità, liberi da ogni tipo di  preconcetto.
Da qui il bizzarro tentativo di aprire un varco comunicativo con l’uomo per  riportarlo a una normale vita relazionale : Boo si affeziona  a tal punto ai ragazzi, da permettergli di entrare nella propria vita attraverso regali lasciati loro dentro la quercia innanzi al suo giardino.

La seconda parte del libro è incentrata sul processo a Tom Robinson, uomo di colore, emblema del pregiudizio razziale.
La difesa viene affidata ad Atticus  i cui principi democratici, lo inducono a combattere con estrema decisione,  al fine di avere non solo un regolare svolgimento del processo,  ma anche a un verdetto imparziale.

L’avvocato incarna tutti coloro che osservano la vita esenti da convinzioni personali e generali, ma guidati da sani valori etici e morali.
In questa tipologia di società è difficile esprimere apertamente la propria opinione.


 ” L’unica cosa che non è sottoposta alla legge della maggioranza è la coscienza di un uomo”, afferma.

Il processo si conclude con una condanna, dettata dal colore della pelle, alla sedia elettrica dell’imputato, nonostante la prova, evidente, della sua innocenza.
Vi è un secondo personaggio coinvolto in questo processo: Mayella Ewell, ragazza sola, triste e picchiata dal padre, che, per coprire le percosse verso la stessa, denuncia Robinson per violenze carnali.
 Effettivamente e sfortunatamente, l’uomo  si trovava in casa loro, chiamato ad entrarvi dalla donna attratta da lui.

La sconfitta in tribunale è preventivata da subito, ma Atticus  non pensa neanche per un istante di arrendersi,  anzi, senza esclusione di colpi sostiene il suo assistito, affiancato in questa battaglia, il cui scopo primario è salvare la vita di un innocente, dai piccoli Scout, Jem e Dill.
L’arringa finale , arriva dritta al cuore: “Voi sapete la verità, e la verità è questa: certi neri mentono, certi neri sono immorali, di certi neri non ci si può fidare che ronzino intorno alle donne bianche, bianche o nere. Ma questa è una verità che vale per tutta la razza umana e non per gli uomini di una razza particolare. In quest’aula, non c’è una persona che non abbia mai detto una bugia, che non abbia mai fatto una cosa immorale, e non esiste un uomo al mondo che non abbia mai guardato una donna con desiderio. Thomas Jefferson disse un giorno che tutti gli uomini sono stati creati uguali, una frase che gli Americani del Nord e il ramo femminile dell’esecutivo del Governo di Washington, amano rinfacciarci”.

Di quale colpa si è macchiata Mayella? “ Io non posso che commiserare la principale testimone dell’accusa, ma la mia commiserazione non arriva al punto di scusarla per aver messo in pericolo la vita di un uomo, cosa che ha fatto nel tentativo di liberarsi dalla sua colpa. Lei non ha commesso alcun reato, ha semplicemente violato un codice della società, rigido e onorato dal tempo, un codice così severo che chiunque trasgredisca non ha più il diritto di stare tra noi. È vittima dell’ignoranza e della miseria più nera, ma non posso compatirla: è bianca”.

Il raggio di luce è dettato dalla difficoltà della giuria nel raggiungere il verdetto.
Il clima d’odio non si arresta.
Tom Robinson viene fucilato in carcere nell’esatto momento in cui tenta di evadere.
La famiglia della ragazza che lo ha accusato, giura vendetta all’avvocato Finch, reo di aver difeso un uomo di colore.
A subirne i contraccolpi Jem e Scout che, aggrediti,  riescono a salvarsi grazie all’intervento imprevisto di Boo Radley.

Solo all’apparenza la conclusione assume colori pessimisti,  ribaltata  infatti dall’ingresso in scena di Boo Radley,  a regalarci il sapore della speranza.

“Il buio oltre la siepe”,  divenuto ormai un manifesto per tutti coloro che si battono per i diritti civili, può essere  anche considerato come un romanzo che affronta temi  relativi alla crescita, educazione e rapporto genitori-figli.


Un ulteriore elemento emerge chiaramente: la mente di un bambino è così  pura, priva di schemi o barriere che,  se ben veicolata, una volta adulto,  non verrà mai intaccata da meccanismi tendenti a sfociare in forme di preclusione.

Il romanzo valse a Harper Lee il Premio Pulitzer per la narrativa.



Mara Cozzoli

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