UNA SORPRENDENTE “LIBERAZIONE”…
25 aprile 2015: una data memorabile e non solo per l’anniversario della liberazione d’Italia …
Nel nostro cortile era arrivata, da qualche mese, una piccola cucciola dal manto bianco e nero. Molto ma molto bella (avrà avuto 8 mesi) ed era stata battezzata Felixina per la spiccata somiglianza con il celebre gatto cartoon della pubblicità. Temevamo che potesse entrare nelle mire dei gatti maschi della zona ed abbiamo cercato di catturarla in modo da poterla sterilizzare e lasciarla libera di decidere se rimanere in casa oppure essere “libera”… Purtroppo il nostro intento non ha avuto i risultati sperati. Ci eravamo fatti “battere sul tempo”, Felixina, non è più comparsa in cortile per qualche mese fino al 23 aprile 2015 dove la vediamo ricomparire particolarmente guardinga e sfuggente. Arrivava, mangiava (lasciamo sempre del cibo per i gatti “di passaggio”) e spariva. Spesso la vedevamo “svanire” nel giardino della vicina.
Il 25 aprile, l’altra nostra vicina ci avvisa che, nel suo box sente dei rumori e degli stani mugolii unitamente al fatto (stava ristrutturando il box ed avendo abbattuto una parte del muro, vi era libero accesso dal giardino) che spesso, quando entrava nel box trovava Felixina ad accoglierla.
Inizialmente abbiamo pensato ad un roditore ma non è stato così. Utilizzando un’app del telefono che riproduce diversi miagolii, abbiamo cercato di far uscire allo scoperto l’eventuale “intruso”. Con immenso stupore non era un solo intruso ma… un quintetto di intrusi! All’interno di un sacco di iuta abbandonato dagli operai, Felixina, aveva nascosto il frutto delle sue “scorribande amorose” degli ultimi mesi. Cinque splendidi gattini nati ipoteticamente il 07 aprile.
Il nascondiglio non era dei più “felici” e “puliti”, quindi li abbiamo estratti dal sacchetto e messi in una cesta di vimini con imbottitura e coperte calde. Che dire se non: “uno più
bello dell’altro!”. Una tricolore meravigliosa (avevamo dato per scontato fosse una “lei” perché solitamente le tricolori sono femmine), un “cicciotto” bianco e nero molto simile alla mamma (anche lui avevamo, per chissà quale motivo, dato per scontato che fosse un maschietto), uno prevalentemente bianco con delle macchie nere ed altri due bianchi e neri. Li abbiamo poi spostati nelle nostra veranda (aperta) in modo che fosse possibile, alla madre, raggiungerli. Per invogliarla avevamo anche lasciato una “pappa” per farle intendere che non avrebbe corso pericoli e che i suoi cuccioli erano al sicuro.
Con particolare sorpresa, la mamma è entrata in veranda (la osservavamo a debita distanza da una finestra) ha mangiato la “pappa”, ha dato una fugace occhiata alla cucciolata per poi uscire ed apparentemente disinteressarsene. A distanza di due ore non era ancora tornata a far visita ai cuccioli e così li abbiamo portati in casa. Dopo aver loro pulito ed aperto (erano parecchio sporchi e quindi si è resa necessaria “un’azione di forza”) gli occhi, lavati con delle salviettine umidificate ci siamo posti il problema di come alimentare e gestire queste cinque creature stupende. Inutile nascondere che ci siamo sentiti profondamente in colpa: avendoli toccati, avevamo impresso in modo indelebile su di loro il nostro odore e questa potrebbe essere stata la causa del disinteresse totale da parte della madre.
Non avevamo la più pallida idea di come si nutrissero artificialmente dei gatti così piccoli … Senza la collaborazione della madre sarebbe stato potenzialmente problematico e difficoltoso. Alcuni momenti di smarrimento e successivamente ci si è aperto un mondo: la rete! Ci saranno delle informazioni on line che possano esserci utili!? Così abbiamo iniziato a digitare forsennatamente sulle tastiere di PC e smartphone… avevamo la tipica espressione degli “avidi di sapere” tra una “googleata” e l’altra ma, comunque, riuscivamo ad avere delle risposte: biberon per animali di piccola taglia, latte di capra, colostro (quello usato anche per gli esseri umani), integratori vitaminici e poppate regolari ogni due/tre ore.
Scattò la corsa alla farmacia e al supermercato di turno aperti con l’elenco del “survival kit” stampato nella memoria:
- Latte di capra: trovato;
- Colostro: trovato;
- Integratori: trovati;
- Biberon: non li ha ne’ il supermercato ne’ la farmacia … Ed era il 25 aprile ….
La ricerca dei biberon è stata tanto estenuante quanto vana e quindi, dopo l’ennesima
googleata abbiamo optato per delle siringhe senza ago. Sorge un problema, gattini neonati non hanno il controllo tracheale e quindi rischiano di soffocarsi mentre si nutrono … Tensione a mille ma, dotati di speranza e buon senso, “portiamo a casa”, con una certa soddisfazione, la prima poppata rimandando all’indomani la ricerca dei biberon.
Ci assale, subito dopo quel momento di euforia, un’altra domanda: “mangiare hanno mangiato, ma come provvedono all’espletamento dei bisogni fisiologici?”. Hanno gli occhi aperti da poche ore, equilibrio statico e dinamico precario, certo non useranno la lettiera!!!
Via ad un’altra ondata di googleate … Ed ecco comparire la soluzione: panno carta e cotton fioc. Il panno carta ci è sembrata la soluzione ideale. Abbiamo scoperto che il panno carta può essere un valido sostituto della madre per indurre la minzione (pare essere ruvido quanto la lingua con cui la madre stimola i cuccioli) tanto che tutti e cinque hanno iniziato involontariamente ad utilizzare la lettiera.
Questa operazione si è ripetuta ogni due ore e tutti sembravano rispondere bene. L’indomani sono arrivati i biberon e la “poppata” si è notevolmente semplificata anche se alcuni di loro presentavano una suzione difficoltosa. Soprattutto il gattino bianco dalle macchie nere pareva essere quello più in difficoltà, per cui la preoccupazione era evidente. Alla terza “poppata” giornaliera con l’ausilio del biberon ha “imparato” ad usare la tettarella e quindi abbiamo davvero “tirato un gran sospiro di sollievo”… ce l’avrebbe fatta!!!
Sono state le tre settimane più “stupefacentemente complesse” della nostra vita: poppate ogni tre ore ed è stato come avere cinque gemelli!!! Appena saziato l’uno, attaccava l’altro scatenando l’impazienza degli altri. Fortunatamente tutti e cinque sono arrivati allo svezzamento in buona salute con i complimenti della “Zia” veterinaria. Che meravigliosa fatica, ripensandoci lo rifaremmo.
La meravigliosa tricolore (Isotta) ed il “cicciotto” (Ludovico, per tutti Ludo) sono rimasti con noi mentre gli altri tre hanno trovato casa e sono ormai diventati dei micioni. Ancora oggi siamo in contatto con i loro amici che li hanno accolti in casa e spesso ci arrivano foto di “aggiornamento”. Felixina è stata poi sterilizzata ed ancora oggi, ogni tanto, passa a trovarci ma risiede stabilmente nella villa in fondo alla via.