I giovani tra prospettive di lavoro e di sviluppo per il futuro.
Occupazione e imprese giovanili in drastico calo per la fascia 15-34 anni. Le prospettive del PNRR.
Ormai da anni, una delle questioni più spinose che interessano il nostro Paese è quella relativa all’occupazione giovanile.
Da uno studio di Confcommercio risulta che, tra il 2000 e il 2019, l’occupazione lavorativa in Italia nei giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni è diminuita di 2 milioni e mezzo di unità; questo dato comprende vari settori: dal lavoro dipendente a quello in proprio, considerando anche tutti quei casi nei quali le persone non lavorano e nemmeno cercano occupazione.
A fronte di questa situazione, si contano in un numero di 345 mila i giovani espatriati negli ultimi 10 anni.
In questo studio, Confcommercio ha anche analizzato la percentuale di giovani che non studiano, non lavorano e non si formano: tale percentuale raggiunge il 22% della popolazione facente parte della fascia di rifermento, equivalente a 2 milioni di persone.
Si tratta di un quadro sconfortante se si pensa che, invece, in altri Paesi dell’Unione europea, come la Germania, il tasso dei giovani occupati è diminuito dieci volte meno rispetto alla situazione italiana.
Una soluzione a questo problema è individuata nell’attivazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), un piano che ha come priorità il rilancio del Paese e della sua economia, apponggiandosi a risorse umane, lavorative e territoriali specifiche: donne, giovani e il Sud Italia.
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, afferma che è fondamentale utilizzare, nel miglior modo possibile, le risorse del PNRR destinate ai giovani, soprattutto per quanto riguarda percorsi formativi, incentivi e semplificazione burocratica, al fine di creare e sostenere imprese giovanili che, in un’ottica orientata al futuro, possano rendere più robusta, diffusa e duratura la crescita economica della nostra penisola.