COVID-19 E PSICHE, QUALE POTREBBE ESSERE IL PENSIERO DEL CONTE DI CAGLIOSTRO SUL TEMA ATTUALE
Per tornare al clima culturale-filosofico-pratico di questo incontro, voglio rammentare che il pensiero del conte di Cagliostro, espresso in modo più dettagliato nel suo Rituale Egiziano, può essere così sintetizzato: l’equilibrio mente-corpo e la Rigenerazione psico-fisica, attuati con i vari procedimenti descritti nel Rito, sono il presupposto per poter ristabilire la sintonia-armonia perduta nei confronti dell’Assoluto, vero Creatore, Gestore e Motore di tutti i Mondi visibili e invisibili.
Questo concetto, se è vero che è sempre valido in tutti i tempi, a maggior ragione deve esserlo ora, in tema di pandemia virale da COVID-19, quando un nemico subdolo aggredisce con violenza dall’esterno il corpo umano, considerato in tutte le sue componenti fisiche e mentali, e lo coinvolge negativamente bloccando il flusso di energia tra organo e organo, e, soprattutto, tra corpo e psiche, inducendo uno stato di disfunzione totale temporanea.
Infatti, in uno stato di malessere generale, di qualunque causa e natura, il senso di prostrazione è sempre presente, e quando la volontà è indebolita dalla materia che soffre, inducendo nella persona una fase di sconforto generale, i meccanismi naturali di difesa non riescono più a neutralizzare l’agente responsabile della malattia.
Pertanto, se si vive in dissonanza con le Forze di Natura, creando uno stato di disequilibrio interno-esterno, queste alla fine si ribelleranno, e creeranno dei sistemi instabili in grado di mettere a dura prova l’organismo degli esseri viventi; di qui, il passaggio alla diffusione pandemica dell’agente infettivo, con tutti i suoi plurimi effetti socio-sanitari, è assai breve e del tutto scontato.
Sono gli stessi criteri di “salutogenesi ambientale” espressi da Ippocrate e dai suoi seguaci spirituali, quali Paracelso, il dottor Samuel Hahnemann e il teosofo Rudolf Steiner, tanto per citare i nomi più noti, i quali sostengono che, in termini di Medicina Universale, bisogna sempre fortificare la Forza Vitale (intrinseca a ciascun individuo, rigeneratrice e curatrice al tempo stesso), attraverso le energie estratte dai 3 Regni della Natura, che sono sempre in sintonia con gli influssi benefici del Cosmo.
Il conte applicava l’Alchimia proprio come una vera Scienza di Vita, la quale, anche a quel tempo, era una medicina empirica, cioè basata sui risultati dell’esperienza diretta; tuttavia, il suo compito non si limitava alla prescrizione di ricette a uso terapeutico da consegnare al farmacista per la confezione dei prodotti (di natura prevalentemente vegetale) in pillole, creme o soluzioni varie, ma era principalmente finalizzato all’insegnamento del percorso di vita che si deve intraprendere per un totale ricupero dell’armonia con il mondo che ci circonda, compito che egli realizzava con opportune parole e con gesti rituali, utilizzando anche, e in modo del tutto particolare e personale, le sue doti soprannaturali di chiaroveggente e di profondo conoscitore della natura umana.
Quando i suoi occhi “di fuoco e di gelo al tempo stesso” penetravano nell’intimo dell’anima, allora il cuore dei malati si apriva alle energie salutari, che lui elargiva a piene mani con il “tono armonioso, dolce e profondo della sua voce”, priva di qualsiasi inflessione dialettale, e con le sue preparazioni mediche, risultato di una elaborazione del tutto personale delle sostanze farmacologiche di sua conoscenza e disponibilità.
Per la curiosità del lettore, nel mio ultimo libro ho trascritto alcune sue ricette per la cura di alcuni malesseri; queste prescrizioni, assai interessanti e del tutto originali, oggi sono difficilmente applicabili per mancanza di materia prima e di esperienza pratica, oltre che per difficoltà tecniche. Tuttavia, le ritengo utili solo a scopo storico, per la conoscenza sia della Farmacopea allora disponibile che della metodologia di preparazione delle stesse formulazioni.
Jean Jacques Rousseau (l’autore del ritorno all’uomo primitivo, il “buon selvaggio” del “Contratto sociale”) e Voltaire (il filosofo che rappresenta l’uomo del futuro nel romanzo “Candide o l’ottimismo”), sono figli dello stesso movimento culturale cui il conte di Cagliostro s’ispirò, insegnando armonia e pace tra i popoli, al di là di ogni differenza sociale, economica, politica, culturale, religiosa e razziale: è l’Illuminismo del XVIII secolo.
Lui stesso, nei suoi Riti Egiziani, diceva che bisogna sempre rispettare i Sovrani, le Leggi, gli usi, i costumi e la religione della Nazione in cui si vive o si è ospiti. Cioè, in nome dell’armonia fisica e sociale, auspicava tra gli uomini un regime di piena e pacifica tolleranza in tutti i settori del vivere quotidiano. Più attuale di così!
Tutto questo si trova ben descritto nel mio quinto e ultimo libro, appena uscito: Opere e pensiero del conte di Cagliostro.
Pertanto, se vogliamo dare esempi costruttivi in periodi di confusione, d’incertezze, di dubbi e di tensioni sociali, che sono l’espressione più manifesta degli attuali eventi epocali di natura infettivo-pandemica, è necessario fare prima la centratura del proprio IO per non diventare vittima delle fragili emozioni e degli stimoli negativi del momento.
Questo è l’insegnamento spirituale che il conte di Cagliostro ci offre per superare le avversità nei periodi difficili, come il presente, che mettono a dura prova la salute fisica e mentale, e i comportamenti sociali.
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